Economia e Potere

1b. La leggenda del pareggio di bilancio - II, [i bilanci settoriali]

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view post Posted on 8/2/2013, 15:12     +1   -1
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LE "TRE SCATOLE" DELLA VITA ECONOMICA

Il Capitano ha studiato un po' di economia, ma non abbastanza: perciò, come abbiamo visto, gli sfuggono alcuni meccanismi fondamentali della spesa a deficit e commette dei madornali errori di valutazione, per esempio non distinguendo tra Stati a moneta sovrana e Stati senza moneta sovrana. Inoltre non ha ben compreso la questione essenziale dei bilanci settoriali.
Come abbiamo già accennato, tre e solo tre sono i settori da cui può provenire l'approvvigionamento di denaro necessario per uno Stato: il settore pubblico, il settore privato ed il settore estero.
Questi tre settori sono intercomunicanti, e fra di essi avviene un continuo scambio di denaro:


Essi però non sono affatto equivalenti: infatti, come sappiamo, solo il settore pubblico e quello estero possono introdurre in circolo nuova moneta, mentre il settore privato non può (nessun privato può stampare moneta).
Una ben nota equazione macroeconomica di base, fatta propria dal modello dei Bilanci settoriali di Wynne Godley, postula che:

BILANCIO INTERNO PRIVATO + BILANCIO INTERNO GOVERNATIVO + BILANCIO ESTERO = 0

Inoltre, poiché:
- bilancio interno privato = Investimenti meno Risparmi (I - S)
- bilancio interno governativo = Spesa pubblica meno Tasse (G - T)
- bilancio estero = Esportazioni meno Importazioni (X - M)
l'equazione può essere riscritta così:

(I - S) + (G - T) + (X - M) = 0



http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...coeprivato1.htm

Edited by Arianna… - 10/2/2013, 17:16
 
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view post Posted on 10/2/2013, 11:21     +1   -1
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LE TRE SCATOLE DIVENTANO DUE

Immaginiamo ora di eliminare il settore estero. Perché lo eliminiamo?
Vi ricordate il consiglio del Capitano del capitolo 1? Messo alle strette dagli isolani, che pretendevano che spendesse più di quanto prelevava dalle loro tasche con le tasse, aveva suggerito loro di procurarsi i soldi commerciando con l'estero. Sennonché gli isolani, già in cattive acque finanziarie a causa delle tasse, non erano riusciti a sostenere le spese necessarie per mettere su le loro aziende ed a fronteggiare la concorrenza delle altre isole, per cui molti di essi erano falliti.
Quindi il suggerimento del Capitano si era rivelato pessimo e lo aveva fatto apparire un bieco tiranno, del tutto incurante del malessere e del disagio dei cittadini. Per questo, come abbiamo visto, era stato costretto a correre ai ripari.

hooo1

Gli isolani hanno dunque capito a loro spese che il settore estero è troppo imprevedibile ed aleatorio perché si possa basare su di esso un'economia sana. Di fatto, le forze in gioco sono due: il settore pubblico e quello privato: proprio per questo possiamo permetterci di riscrivere l'equazione eliminando il settore estero:

(I - S) + (G - T) = 0

Ora, riflettiamo: se il settore privato accumula surplus (è in attivo), necessariamente, perché sia rispettata l'equazione, il settore pubblico deve incorrere in un deficit (essere in passivo). Questa è una necessità aritmetica, in quanto la somma del bilancio dei due settori è pari a 0.
Naturalmente è vero anche il contrario: se il settore pubblico accumula surplus (è in attivo), necessariamente, perché sia rispettata l'equazione, il settore privato deve incorrere in un deficit (essere in passivo).
Quindi "fa lo stesso" quale dei due settori è in passivo? Nemmeno per sogno!
Infatti, se il settore privato spende più di quanto incassa, si impoverisce, mentre questo non accade al settore governativo di uno Stato con moneta sovrana, perché esso può creare moneta, mentre i privati no.
Il settore pubblico può dunque spendere a deficit e creare risparmio per il settore privato senza impoverire nessuno.
Compito di uno Stato degno di questo nome sarebbe quello di immettere in circolo la giusta quantità di moneta: "giusta" vuol dire sufficiente per promuovere la piena occupazione, rilanciando così l'economia, e permettere alla popolazione di risparmiare qualcosa, senza generare inflazione. Naturalmente, come avrete ormai capito, questo con l’euro è impossibile, perché lo Stato non lo emette, ma lo utilizza soltanto, prendendolo in prestito: lo Stato è diventato come un privato che, se spende 100, deve incassare 100 in contropartita (pareggio di bilancio).
Questo obiettivo, come ormai sappiamo, è deleterio per il benessere della popolazione, che sarà impoverita regolarmente di anno in anno dallo Stato. Sarebbe sostenibile solo nel caso in cui si esportasse molto più di quanto si importa, facendo rientrare in gioco il settore estero e compensando con il deficit di tale settore il surplus dei settori privato e pubblico.
Esempio:
il settore privato spende 10 e risparmia 20; il governo spende 30 e incassa 20 di tasse; esportiamo 40 e importiamo 30:
(10 - 20) + (30 - 20) + (40 - 30) = 0
-20 + 10 + 10 = 0
Ma questa evenienza, oltre ad essere legata a troppe variabili per poter fare affidamento su di essa, è attualmente, per la maggior parte dei paesi europei, inattuabile: molti di essi infatti, fra cui proprio l'Italia, basavano le loro esportazioni sulla svalutazione competitiva, che con l'euro è stata resa impossibile; in pratica solo la Germania ce la può fare, perché gode di un euro tedesco super scontato e per rendere competitive le proprie esportazioni ha adottato politiche di drastica deflazione degli stipendi dei suoi lavoratori. Lo stesso ministro Grilli ha affermato: “La Germania, se avesse ancora il marco, lo avrebbe visto schizzare verso l’alto e si sarebbe preoccupata per le sue esportazioni”.
Meno male che c’è l’euro che rende la vita facile alla Germania, mentre costringe alla disperazione milioni di persone nel sud-Europa!

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...coeprivato2.htm

Edited by Arianna… - 10/2/2013, 17:16
 
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view post Posted on 10/2/2013, 16:58     +1   -1
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IL DEBITO PUBBLICO E' LA MISURA DELLA RICCHEZZA PRIVATA

Una semplice dimostrazione di quanto affermato può provenire dalla consultazione di alcuni grafici che indicano l'andamento del debito pubblico in rapporto alla ricchezza privata. Guardiamo ad esempio il grafico sottostante, relativo all'Italia:

Esso è stato mostrato dalla Prof.ssa Stephanie Kelton, economista MMT, durante un summit di economia tenutosi a Rimini il 24-26 febbraio 2012. Per chi non lo sapesse, la Modern Money Theory (MMT) è una teoria economica post-keynesiana, il cui ideatore è quello stesso Warren Mosler che abbiamo ascoltato nel video sui vantaggi della spesa a deficit. La linea rosso scuro è l’andamento del deficit pubblico, mentre quella arancione è l’andamento del risparmio privato: come si può vedere, l'andamento delle due linee è opposto e speculare: all'aumentare del deficit pubblico corrisponde simmetricamente il diminuire di quello privato (cioè l'aumentare della ricchezza privata) e viceversa.
Abbiamo visto il grafico di un Paese senza sovranità monetaria, l'Italia; ma che succede se ne consideriamo un altro, quello di un Paese monetariamente sovrano, come gli USA? Non cambia niente: l'andamento è perfettamente analogo:

Se ne deduce che il debito del settore pubblico non è altro che l'espressione della ricchezza detenuta dal settore privato.
E' quindi evidente che, se si elimina la spesa a deficit con il "pareggio di bilancio" (o, peggio, con il surplus), si impoverisce necessariamente il settore privato.

(Fonte principale:
http://memmt.info/site/un-manicomio-crimin...ittorio-grilli/)

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...coeprivato3.htm
 
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