Economia e Potere

Critiche (costruttive) ad alcuni assunti della MMT, [argomento molto interessante]

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Arianna…
view post Posted on 1/11/2013, 15:32 by: Arianna…     +1   -1
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Comincio con Mattia Corsini (Associazione Riconquistare la Sovranità, ex Movimento 5 Stelle), che in un suo recente articolo spiega perché su taluni assunti economici sia in disaccordo con la MMT.
Estrapolo il passaggio del suo articolo che riguarda la critica tecnica alla MMT:

"Anzitutto, per me la cosa migliore per valutare una teoria è come ho detto partire da un dibattito e valutare punti di vista contrastanti. Il dibattito migliore che abbia trovato è il seguente, iniziato da Emiliano Brancaccio, cui poi ha risposto lo stesso Mosler, con chiosa finale di Andrea Terzi
Non voglio commentare il dibattito in sé, che comunque consiglio caldamente, perché onesto, ben argomentato da tutte e 3 le parti e per nulla fazioso, ma passerò direttamente a dire la mia sull'argomento. Ringrazio anticipatamente Guido Iodice di Keynesblog per i contributi al dibattito e chiunque in passato si sia espresso educatamente sulla materia, da Mosler in poi.

Intanto, di che parliamo, in breve: la Modern Monetary (o Money) Theory (MMT) è una teoria economica eterodossa inquadrabile come post-keynesiana, studiata e divulgata da un gruppo di economisti che ruotano intorno al Centro per la Piena Occupazione e la Stabilità dei Prezzidell’Università del Missouri-Kansas City, finanziato dal suo fondatore Warren Mosler.
Caratteristica base della MMT è quella di creare un’economia sociale che funzioni davvero per la gente, rielaborando in chiave moderna gli insegnamenti del passato per sviluppare un’alternativa macroeconomica al sistema liberista imperante. Le restrizioni, i tagli salariali e i licenziamenti imposti dal liberismo, in nome del dogma del pareggio di bilancio, vengono rifiutate in blocco dalla MMT.
Uno Stato che emette una moneta sovrana non ha bisogno di finanziare la spesa pubblica avvalendosi delle tasse dei cittadini, perché può spendere a deficit (deficit spending). In altre parole, secondo la MMT tutta la spesa pubblica potenzialmente può essere finanziata dalla creazione di nuova moneta poiché, tecnicamente, nel sistema monetario moderno lo Stato non ha bisogno di farsi dare soldi dal settore privato per poter spendere. In questo contesto, per lo stato le tasse hanno la funzione di far accettare la propria moneta dandole valore, perché i cittadini, dovendo pagare le imposte con la moneta di Stato ne legittimano l’Istituzione. Se non ci fosse questo vincolo, nulla vieterebbe ai cittadini stessi di accumulare risparmio in valuta straniera (tecnica non a caso appannaggio della malavita organizzata che come é noto TENDE a non pagar tasse). Uno Stato dotato di moneta sovrana può invece spendere emettendo la propria valuta senza indebitarsi con nessuno, e le tasse restano in ultima istanza un meccanismo per regolare risparmio privato e inflazione. Addirittura la MMT arriva a concludere che si potrebbero eliminare tranquillamente i titoli di stato come strumento di politica monetaria e di finanziamento della spesa statale, eventualmente sostituendoli con dei depositi fruttiferi garantiti dallo stato stesso.
Un altro aspetto della teoria riguarda la bilancia dei pagamenti. Secondo alcuni economisti MMT un deficit persistente, in regime di moneta sovrana, é un qualcosa di accettabile e sostenibile, poiché al più questo comporterebbe una mera svalutazione della propria valuta, che però per effetto della forza riequilibratrice del mercato valutario, presto raggiungerebbe l'ideale punto di equilibrio per i fondamentali economici del paese. Inoltre, così facendo si possono importare beni e servizi che danno un contributo di ricchezza reale all'economia, senza per questo precludere il raggiungimento della piena occupazione. Il ragionamento ha un suo senso. Paesi come la Germania, per diventare forti esportatori, sono stati costretti a deprimere anzitutto la loro domanda interna, impoverendo di beni la popolazione, per poter esportare all'estero ciò che sarebbe potuto essere acquistato dai cittadini tedeschi. Secondo alcuni economisti MMT invece a tendere ci dovrebbe essere un equilibrio delle partite correnti, ma la questione é piuttosto dibattuta. Mosler ad esempio non vede limiti tecnici e cita spesso l'esempio degli USA e del loro elevatissimo deficit.
Il concetto innovativo è quello di finanza funzionale ovvero l’idea di come il governo dovrebbe gestire la propria politica fiscale in funzione del benessere pubblico, perché aspetti come l’ambiente, la sicurezza energetica, la sanità, il reddito degli anziani, la cultura e l’istruzione sono diritti inalienabili, tutelati dalla nostra costituzione e troppo importanti per essere lasciati in balia delle logiche del mercato. Questo é possibile senza vincoli monetari di sorta come i disastrosi parametri di Maastricht, poiché stando alla MMT é del tutto impossibile che uno stato a moneta sovrana sia costretto al default sul suo debito, e che pertanto non ci sono limiti tecnici alla sua capacità di spesa per la protezione e il benessere dei cittadini. L'unico limite sono le scelte politiche dei rispettivi governi, le cui scelte in materia di politica economica sono loro esclusiva responsabilità. Inutile e criminoso sventolare presunti "vincoli esterni", poiché non ce ne sono. Solo scelte politiche.

La MMT insomma ci dice che uno stato improntato su politiche sociali è tecnicamente possibile e sostiene a gran voce che il vero danno sociale é la disoccupazione, perché, riducendo il potenziale benessere economico prodotto dai lavoratori, viene a mancare il reddito e i disoccupati sono costretti ad emarginarsi dalla vita sociale, con conseguente peggioramento dei rapporti familiari, aumento delle violenze domestiche e dei divorzi. Pertanto, lo stato deve spendere tutto il necessario per garantire la piena occupazione, tramite programmi di lavoro garantito (PG o JG), che assorbono nei periodi di crisi la manodopera liberata dal settore privato, e la rilasciano in periodi di forte crescita. Questo perché la retribuzione dei programmi JG viene mantenuta ad arte leggermente inferiore rispetto a quella del mercato privato del lavoro.

***

La MMT ha avuto indubbiamente il pregio di attirare l'attenzione sul privilegio di cui gode il monopolista della moneta legale, cioè lo Stato, considerato come l'insieme del Tesoro e della Banca centrale (che vengono"consolidati"). Così come le banche non sono vincolate nel concedere i prestiti da precedenti depositi, allo stesso modo lo Stato non è vincolato dalle sue entrate (le tasse) nella spesa pubblica, se non nell'abominio tecnocratico dell'eurosistema. Sacrosanto.
La MMT ha dato un contributo inestimabile nell'abbattere il muro di omertà e fideismo apodittico dei dogmi dell'ortodossia conservatrice mainstream. 
Non fosse altro per l'enorme numero di attivisti che han raggiunto una superiore comprensione del problema anche grazie alla divulgazione della MMT, me incluso.
Del resto zio Keynes così diceva... Vi ricorda la tecnica di qualcuno? Tipo, che so, quella del PUD€... 
"Il credo conservatore per cui ci sono delle leggi della natura che impediscono agli uomini di essere assunti, che è sbagliato impiegare le persone e che è finanziariamente "oculato" mantenere un decimo della popolazione nell'ozio, è folle ed improbabile - il genere di cose a cui nessun uomo potrebbe credere, a meno che non gli sia stata rimbambita la mente con idee senza senso per anni e anni" (Keynes 1972, pag. 90-92).
Restando sul tecnico, la moneta legale è cioè un' "attività finanziaria netta" rispetto al sistema economico: come anche il padre della Teoria del Circuito Monetario Augusto Graziani rilevava, il debito intercorre infatti o tra il Tesoro e la Banca Centrale o tra il Tesoro e se stesso (come nel caso delle monete metalliche). In questo schema pertanto la spesa pubblica finanziata con l'emissione di nuova moneta precede dal punto di vista logico le tasse (che peraltro devono essere pagate in monetalegale), così come i prestiti precedono i depositi

E' innegabile che in molti paesi questo consolidamento non esiste e le banche centrali hanno vari limiti circa il finanziamento della spesa pubblica e l'acquisto di titoli di stato. Ma è altrettanto vero che tali limiti sono una degenerazione AUTOIMPOSTA della sovranità monetaria, in ottemperanza al principio dell'indipendenza delle banche centrali nato al fine dichiarato (e presunto, per quanto infondato) di controllare l'inflazione, piuttosto che per una reale necessità logica o economica.
Va comunque notato che il ruolo della moneta legale è legato per la maggioranza alla necessità del settore privato (in particolare le banche) di avere a disposizione una moneta emessa da un'autorità terza (la banca centrale) al fine di costituire le riserve necessarie ad estinguere i debiti tra soggetti che non possono ripagare le proprie passività con moneta loro stessi emessa (come sul mercato interbancario, ove le compensazioni di crediti e debiti vengono gestite esclusivamente in moneta legale).

Quindi, l'affermazione MMT per cui lo stato impone la moneta sovrana con le tasse andrebbe chiarita nel senso che esso impone l'uso di una certa valuta (l'euro, il dollaro, ecc.) tramite l'imposizione fiscale. Ma il valore della moneta legale va ben al di là della semplice possibilità di pagare le imposte. Oltretutto la moneta legale costituisce una piccola frazione degli aggregati monetari più ampi che oggi vengono considerati dalle banche centrali.Si noti anche che non sono poco comuni i casi di paesi in cui, pur esistendo una valuta nazionale, vengano accettate valute estere “pregiate” nei pagamenti. Questo valeva ad esempio per il marco e oggi vale per l'euro. La moneta legale, insomma, come ogni forma di moneta, vale per la fiducia che il possessore ha nell'autorità e nel potere dell'ente che la emette, come sicuramente gli stessi economisti MMT riconoscono. Può quindi capitare che i cittadini abbiano poca fiducia nella stabilità del valore della moneta emessa dalla banca centrale del proprio paese e quindi si rivolgano ad altri. Chi in questi periodi di incertezza dell'euro non ha investito in valuta straniera avendone la possibilità? Questo anche se tali valute non servono a pagare tasse.
Se da una parte è quindi corretto sostenere che lo stato visto come BC+Tesoro non ha bisogno né di tasse né di vendita al pubblico di titoli di stato per finanziare le sue spese, non possiamo dimenticare tutti gli altri effetti benefici delle tasse in un modello keynesiano. Per esempio, imposte fortemente progressive aumentano la propensione al consumo della popolazione e quindi il moltiplicatore della spesa stessa. Viceversa tasse fisse (ad es. se imponessimo un 50% su tutti i redditi), portano la maggiore spesa pubblica ad alimentare prevalentemente i profitti (il caso dell'amministrazione Reagan in USA é illuminante) e quindi il reddito delle classi benestanti,  con effetti nefasti su redistribuzione del reddito e disuguaglianza sociale, ma soprattutto causando instabilità macroeconomica evidentissima. E' soprattutto per questo che la MMT propone di finanziare prevalentemente i programmi di lavoro garantito rivolti ai disoccupati, in modo che la stessa spesa pubblica abbia un effetto riequilibrante. Ma questo a mio parere non è sufficiente, perché può contribuire ad alimentare un secondo problema: la bilancia commerciale dello stato.
Prendiamo un'economia aperta. Alimentare la domanda aggregata può alimentare maggiormente l'offerta estera piuttosto che quella interna, se la propensione alle importazioni è elevata, come nel caso odierno, ove per accumulo di differenziali di inflazione col centro-europa, il nostro cambio reale e quindi la competitività delle nostre merci sui mercati é gravemente compromessa

Aumentare ora come ora le possibilità di spesa dei privati porterebbe un peggioramento ulteriore della bilancia commerciale. Non si può infatti ritenere che la sola fluttuazione del tasso tasso di cambio sia in grado di limitare le importazioni e promuovere le esportazioni, vista la diversa sensibilità o elasticità ad esso di diverse economie. Senza parlare del fatto che il tasso di cambio è il risultato di un equilibrio nei mercati valutari internazionali, non nei mercati internazionali delle merci. E come sappiamo é in corso una vera e propria guerra valutaria, dove paesi come il Giappone hanno recentemente svalutato moltissimo, laddove USA e Cina paiono intenzionati a tirare il freno, il che potrebbe avere effetti nefasti e incontrollabili sulle bolle finanziarie esistenti in Cina. Potremmo letteralmente essere travolti da una seconda crisi paragonabile al crack Lehman

Nulla quindi assicura di per sé un equilibrio della bilancia commerciale, e in generale piuttosto che fidarmi dell'effetto di equilibrio indotto dal mercato (!!!!) preferirei infilarmi un crotalo affamato nelle mutande. Ovviamente, un'alta propensione alle importazioni come quella odierna non solo ridurrebbe molto l'effetto del moltiplicatore della spesa, dirottando parte della spesa sul settore estero, ma alimenterebbe il debito estero privato, che come sappiamo é tutto tranne che sostenibile...
Se ancora la crisi attuale non avesse evidenziato a sufficienza i rischi terribili dell'indebitamento privato, si consideri anche che a causa delle importazioni il debito estero può facilmente essere denominato in una valuta estera

Ad esempio il debito estero della Cina è per il 77% denominato in dollari. Essendo la Cina un paese fortemente esportatore, essa PER ORA non ha problemi a reperire dollari attraverso le esportazioni (anche se la crisi dell'eurozona, avendo notevoli ripercussioni sull'economia USA, potrebbe scombinare presto tale iano). Tuttavia per un paese importatore le cose sono molto differenti

Per ottenere dollari o altre valute strategiche a scopo di importazione,  gli stati e i privati (es. banche) talvolta emettono obbligazioni in valuta estera. 

L'affermazione MMT per cui uno stato con la sovranità monetaria non possa mai fallire è quindi, in ultima analisi, limitata da due vincoli:
  • il desiderio da parte del settore estero di ottenere la valuta del paese in questione
  • il mantenimento di surplus con l'estero che permettano di “ripagare” le importazioni.   
Si pensi al dollaro USA, citato continuamente come esempio dai sostenitori della MMT: gli Stati Uniti non hanno limiti finanziari pratici nel mantenere deficit con l'estero, essendo il paese che emette la principale moneta usate nei commerci internazionali, e possono oltretutto far valere l'enorme sicurezza dei propri titoli di stato, come pure la loro superiorità tattico-strategico-marziale a livello mondiale.Ma questa condizione non é appannaggio del mondo intero! Nel caso di economie disastrate come la Grecia nel caso tornasse alla dracma sovrana,il desiderio per essa dell'estero può tendere tranquillamente a zero, poiché nello stato in cui sono non vi é nulla di rilevante che il settore estero possa acquistare con quei soldi. I greci per riprendersi avranno sicuramente bisogno ANCHE di cospicui aiuti esteri, non solo della sovranità monetaria.In questo caso, un paese come la Grecia si potrebbe indebitare in valuta estera (sia il suo settore pubblico che quello privato) e quindi rischiare il default.Per minimizzare questo rischio si rendono necessarie opportune misure protezionistiche e di politica industriale, come ad esempio una strategia concordata con i partner commerciali di sostituzione delle importazioni (una forma di baratto internazionale). Per tutti questi motivi, le affermazioni di alcuni autori della MMT secondo cui le importazioni costituiscono una "ricchezza reale" e le esportazioni un "costo reale" per l'economia, sono corrette solo in senso puramente contabile e solo guardando al mercato delle merci. 

Nota:  con "reale" intendo “non-finanziario". Un bene importato che entra nell'economia come un'auto giapponese ne é un esempio, mentre la moneta usata per aquistarla appartiene al dominio "finanziario". 

Ma gli effetti sia finanziari che reali su menzionati rendono l'affermazione fuorviante come base di decisioni di politica economica. In altre parole, un deficit nella bilancia commerciale e dei pagamenti ha sempre un qualche effetto, reale o finanziario o una combinazione di entrambi i fattori, che andrebbe evitato.
Per quanto detto la scelta sulla forma del finanziamento (tasse progressive, titoli venduti al pubblico o emissione di nuova moneta) è anch'essa una scelta di politica economica che dipenderà dal livello attuale dell'imposizione fiscale, dalla propensione al consumo e dai livelli di diseguaglianza nei redditi, dalla volontà di proteggere i risparmi delle famiglie dall'inflazione, dal grado di liberalizzazione dei mercati finanziari e dei movimenti di capitali. Ad esempio, i titoli di stato che la MMT bolla come eliminabili sono a mio parere un insostituibile strumento di controllo dei tassi di interesse nel breve termine e della liquidità presente nel sistema e un modo per garantire una rendita sicura e aumentare la propensione al risparmio dei cittadini.Li si potrebbe sostituire con uno strumento analogo, ma allora perché diamine eliminarli in prima battuta?
Infine, trovo fondamentale ribadire che il deficit pubblico è efficace per uscire da una crisi SOLO a condizione che si trasformi in spesa aggiuntiva direttamente effettuata dallo Stato, e non lasciata ai privati, i quali, se non stimolati diversamente dallo stato, hanno sempre la possibilità di accumulare ricchezza, di investire all'estero o di speculare in borsa, accrescendo l'instabilità del sistema economico. 

Ad esempio, una spesa a deficit che finanzi una riduzione generalizzata dell'imposizione fiscale, bene che vada riduce l'indebitamento privato e aiuta ad alleggerire la posizione debitoria del sistema bancario, ma non è condizione sufficiente alla ripresa degli investimenti quando le aspettative degli investitori e dei consumatori sono negative e quindi la domanda aggregata è insufficiente a tornare alla piena occupazione. E' lo stesso identico motivo per cui in questo momento avere una BCE simile alla FED, attivare trasferimenti fiscali tra centro e periferia europea o implementare un reddito di cittadinanza ad minchiam avrebbero effetti nulli o addirittura nefasti per la stabilità del sistema economico nazionale. Anche in questo caso alcuni autori MMT, quando affermano che non esiste una crisi che non possa essere risolta con un adeguato taglio alle imposte o un aumento della spesa pubblica, sembrano non tenere conto dei possibili comportamenti dei privati, né delle caratteristiche strutturali dell'economia considerata. Le loro affermazioni vanno come minimo contestualizzate spiegate in ogni dettaglio, perché rilasciarle come dogmi assoluti anche solo in sede di divulgazione può essere MOLTO pericoloso e crea bene che vada aspettative errate e drastiche posizioni di principio tra i sostenitori della suddetta teoria."


http://mattiacorsini.blogspot.it/2013/06/m...tra-poveri.html

Edited by Arianna… - 1/11/2013, 16:22
 
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