Economia e Potere

Che cosa succede all'Italia se esce dall'euro?, [che ci guadagna!]

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view post Posted on 3/3/2013, 19:55     +1   -1
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Risultato elettorale: una opportunità unica per uscire dall'Euro

di Gianni Fraschetti
2 marzo 2013

In un suo articolo dopo il voto, commentando la situazione che si e' venuta a creare nella Eurozona, Maurizio Blondet ne paragona l'esito con Caporetto, quando nel 1917 gli Imperi Centrali ruppero il fronte italiano nella zona tenuta da Badoglio (che venne poi ricompensato per questo disastro con una promozione affinche' potesse continuare a far danni, cosa che puntualmente fece) minacciando cosi' di far collassare l'intero nostro dispositivo, con esso quello alleato nel suo insieme, e di mettere in tale modo una seria ipoteca sulla vittoria finale.
Le votazioni italiane, sostiene Blondet, potrebbero fare collassare, come allora, tutta l'Eurozona, e non e' poi cosi' lontano dalla verita'.
Allora pero' le cose andarono diversamente, l'Italietta, con in prima linea i ragazzi del '99, riusci' a tenere duro sul Piave e dopo Caporetto vennero Vittorio Veneto e la vittoria. Questa volta non sappiamo come finira' ma certamente non mi auguro Vittorio Veneto se con tale vittoria dovessimo identificare la salvezza dell'Eurozona e la nostra condanna eterna a soggiacere a questa moneta aliena che ci sta uccidendo.
Vero e', come sostiene Blondet, che siamo stati portati nell'Euro, e quindi a combattere questa guerra, a nostra totale insaputa e dopo che ci venne fatto credere da un branco di miserabili, con alla testa Amato, Ciampi, Prodi e Draghi, che saremmo invece entrati nel Giardino dell'Eden, ma una simile condizione e' tipica dei popoli che hanno perduto le loro radici storiche, sono divenuti passivi e subalterni ed in quanto tali vengono governati da classi dirigenti selezionate oltreconfine quale compiuta espressione di interessi assai distanti da quelli nazionali.



Prodi, Amato, Ciampi e Draghi

Proprio a causa di tale passivita' una parte degli italiani, nonostante le legnate ricevute, rimane legata ad un ideale astratto di euro salvifico e ad un'idea di Europa romantica e ben lontana da quel soggetto crudele che abbiamo invece imparato a conoscere ed a temere. A causa di questa idea distorta e confusa sull'argomento, abbiamo pazientato oltre misura, sopportando di tutto, compreso il parassitismo cronico dei nostri governanti ed i loro crescenti e sfacciati lussi, anche quando, nell'ultimo anno, ci hanno imposto tasse feroci ed un regime di austerita' francescano, pur mantenendo se stessi nell'agio e nei privilegi di sempre. Era impossibile pero' che un simile atteggiamento mentale continuasse a tempo indeterminato. La percezione era che alla prima occasione sarebbe avvenuto qualcosa di straordinario ma sfuggivano le proporzioni del fiume carsico che si era messo in movimento.
Adesso che tutto e' chiaro i tedeschi stanno schiumando rabbia, avendo identificato con precisione nel nostro passaggio elettorale la minaccia diretta di una Caporetto. A loro danno pero', non certo a nostro. Pretendono dunque stabilita' e che si riprenda rapidamente ad osservare la "mistica" rigida del compitino a casa e dell'Europa che ce lo chiede. Un compitino che abbiamo capito bene, specialmente nell'ultimo anno, che cosa vuole dire per noi. I loro progetti pero' son destinati a rimanere desideri perche' il loro piano complessivo e' andato miseramente a puttane con il nostro voto e la consapevolezza di averli fregati si sta ormai facendo strada nell'animo di milioni di italiani che ormai ascoltano sghignazzando le acrobazie verbali del nostro Presidente della Repubblica, compresso tra il suo ruolo di garante dell'Italia presso la Merkel e la necessita' di non irritare Grillo e far cosi' precipitare ulteriormente la situazione. E cosi' si trova costretto pure a difendere, almeno ufficialmente, anche Berlusconi dalle accuse del candidato alla Cancelleria dell'SPD.
I tedeschi in cuor loro non hanno mai dimenticato l'8 Settembre e magari inconsapevolmente provano nei nostri confronti sentimenti non proprio fraterni ma male hanno fatto, pero', a tirarci il bidone dell'Euro ed a pretendere che noi pagassimo i costi assurdi della loro unificazione. Perche' questo e' cio' che e' accaduto. Loro pretendono che noi si faccia i compiti a casa e si divenga tedeschi nella mentalita' (tedeschi poveri, ovviamente) ma nel contempo si sono italianizzati loro, comportandosi con noi come i peggiori magliari napoletani.
Hanno imposto la nostra immediata partecipazione all'Euro (vi ricordate i prelievi bancari?) per scaricare immediatamente su di noi tutti i loro costi (ed ecco lo spread da dove viene fuori) appesantendo cosi' i conti del nostro apparato industriale mentre il loro, che non valeva una cicca, ha cominciato improvvisamente a volare. Insomma, a Roma direbbero ci hanno tirato una bella sola. Con la fattiva collaborazione dei quattro delinquenti nostrani di cui sopra, naturalmente.
Prima dell'Euro i tedeschi non esistevano come competitori sui mercati internazionali, dopo l'Euro sono divenuti i mattatori assoluti mentre noi siamo inesorabilmente scivolati fuori da ogni equilibrio economico. Per poter adottare l'Euro bisognava essere nella condizione della Germania che con il super marco era una delle poche nazioni europee che ci avrebbe guadagnato in termini di esportazioni, eliminando con la moneta unica ogni differenza di cambio con i suoi competitori diretti. Tutti gli altri, ovviamente, sarebbero andati per stracci. Noi per primi ed era ovvio.
Lo si sapeva. Ciampi, Amato, Draghi e Prodi ne erano perfettamente consapevoli, ma quando si lavora per il Re di Prussia (e non e' un complimento stavolta) non ci puo' essere spazio per le esitazioni o per il patriottismo. E quindi ci hanno rovinato. Consapevolmente e deliberatamente.
E dopo di loro ecco i grandi progetti del Professore di Varese e della Fornero, venuti per terminare il lavoro, assicurarsi sull'effettivo smantellamento del nostro apparato produttivo
(guardate la fine di ENI e Finmeccanica) e procedere alla svendita in saldo del nostro patrimonio. Questa banda di mascalzoni, non potendo (ammesso che lo volessero) agire sul fronte della svalutazione della moneta, ha iniziato a svalutare direttamente le persone per creare condizioni di competitivita' per gli acquirenti delle nostre industrie. Fine dello stato sociale dunque e salari da 500, massimo 700 Euro. Cosi' torneremo competitivi, dicono. Morti ma competitivi. Un immenso serbatoio di mano d'opera a basso prezzo. La Cina d'Europa. E invece adesso e' arrivato questo risultato elettorale che ha lasciato tutti senza fiato. E non appassioniamoci troppo alle manovre che vedremo nei prossimi sei mesi. Non porteranno da nessuna parte. La situazione precedente e' stata fratturata, lacerata, rotta, triturata. Definitivamente. La Germania vorrebbe tanto conservare il suo vantaggio competitivo su di noi e fara' il diavolo a quattro ma non ce la fara'.
«Temono molto (i tedeschi n.d.r.)», spiega il Telegraph , «che la Banca centrale europea non riesca a sostenere il mercato del debito italiano (come fa oggi) con la procedura chiamata Outright Monetary Transactions (OMT), se non c’è a Roma una coalizione che voglia o sappia adempiere alle dure condizioni imposte dalla UE su loro indicazione». Infatti , dice uno degli esperti intervistati, «la BCE può iniziare a comprare i titoli (i BOT e BTP) solo quando i Paesi in difficoltà chiedono un salvataggio sul fondo UE, accettandone i severissimi termini. Il salvataggio BCE dipende dai Paesi che fanno ciò che gli si chiede. E questo è stravolto dalle politiche interne in Italia».
Dunque ci sono buone probabilita' che venga messo a nudo il bluff monetario su cui si basa la «stabilità» dell’euro e la «calma» creata dalle parole di Draghi, a parole. Se Draghi dovesse passare ai fatti, il bluff si vedrà e i mercati distruggeranno tutta la costruzione monetaria. Chiedendo interessi all’8, 10%, chissà. Ma con ciò, rovinando anche tutti gli altri. I tedeschi per primi.
Già. Perché, e forse voi non lo sapete, anche se un governo stabile a Roma chiedesse il salvataggio sulla base dell’OMT, e aderisse alle durissime condizioni connesse con l’aiuto, l’aiuto della BCE «richiede un voto del Bundestag». Sono i deputati germanici, infatti, a dover dare il loro assenso al prestito ( e questa sarebbe la comune casa europea ). La Merkel ha dato un assenso di massima, ad agosto, tramite Jorg Asmussen il membro tedesco della BCE, ma di nascosto: ha voluto far credere al suo elettorato che la crisi dell’euro è risolta, «almeno fino alle elezioni di settembre».
Ora, figuratevi questi sei mesi in Italia: mesi di clamori, accuse ed insulti, di tentativi urlati di formare governi immediatamente impallinati, di furbizie, di meschinita' e di accuse reciproche; di talk show pro e contro l’euro, di vane ma pubbliche discussioni sulla moneta, di accuse ai tedeschi che ci hanno ridotto in questo stato; insomma il solito spettacolino indecoroso. Ma nel frattempo chi si azzardera' mai a richiedere il salvataggio alla BCE, con le sue clausole capestro, con l'incubo di altre elezioni dietro l'angolo? E cosi' l'Euro entrera' in agonia, alla faccia della Merkel e di tutta la Germania. E' inevitabile.

La verità è che l’Italia, usualmente inaffidabile quando prende impegni che richiedono costanza, è pericolosissima quando «rompe». Non solo è l’economia più grossa, con il debito più grosso, del Club Med ma e' anche e soprattutto il solo Paese che ha abbastanza elementi di forza fondamentali da poter lasciare l’euro, se costrettavi dagli eventi.
Per prima cosa svaluterebbe recuperando immediatamente il 35% di competitività persa a favore della Germania dall’entrata nella moneta unica. Ha, è vero, un enorme debito pubblico, ma ha un debito privato quasi inesistente, a differenza di tutti gli altri, e 9 trilioni di Euro, ovvero novemila miliardi, quattro volte e mezzo il nostro debito, di ricchezza privata che potrebbe essere convogliata nella ripresa. Un volume di fuoco impressionante. Altro che il bazooka di Draghi. Inoltre e più importante, il Paese è in «attivo primario» ed e' sostanzialmente in pareggio nella posizione d’investimento internazionale (ha pochi investimenti esteri sia dentro sia fuori), contrariamente a Spagna e Portogallo.
Sapete cosa significa tutto cio' ?
Significa che, contrariamente a quanto dicono alcuni economisti (tra cui quello di Grillo) evidentemente orientati da qualcuno a sostenere tesi demenziali, «...l'Italia può teoricamente tornare alla lira senza subire una crisi di fondi, anzi può essere questo il solo modo di scongiurare una crisi se la BCE le toglie il suo aiuto. Infatti, ogni tentativo di forzare l’Italia a piegarsi può fallire disastrosamente: disastrosamente per i creditori della moneta unica» (ECB bond plan in jeopardy as Italy's voters reject conditions).
Ricapitoliamo dunque: l’Italia può tornare alla lira senza dover chiedere ai mercati altri soldi a credito, perché non ne ha alcun bisogno, nel quadro di una strategia ben definita in tutti i suoi aspetti.
Se la BCE smette di comprare i suoi Bot, all’Italia conviene uscire dall’euro ancor più.

Adesso ci chiedono di fare le cose che ci dicono, sostanzialmente di obbedire passivamente a Berlino, perche' temono proprio questo: che noi usciamo, svalutiamo, ristrutturiamo il debito con relativamente pochi danni per noi, ma con effetto disastroso per i creditori. Cioè loro. Ed è esattamente quello che faremo.
Torneremo alla lira:
la moneta nostra ed andremo di nuovo per il mondo a vendere le nostre merci. Non e' stata dunque Caporetto per noi ma semmai per i tedeschi. Per noi potrebbe essere Vittorio Veneto.


http://informare.over-blog.it/article-risu...-115821281.html

Edited by Arianna… - 14/3/2013, 19:32
 
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SirCom
view post Posted on 1/10/2013, 14:54     +1   -1




Io non ho tanta tecnica ma faccio, come si dice, i conti della massaia: peggio di così, parlo ovviamente della situazione economica, c'è solo il terzo mondo.
Sono dell'idea che quando una cosa non va, bisogna cambiare. Non credo nemmeno per un attimo che si possa peggiorare.
 
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view post Posted on 2/3/2020, 16:00     +1   -1
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Penso che non ci sia una risposta definitiva a questo
 
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2 replies since 3/3/2013, 19:55   1155 views
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