Economia e Potere

4. Il Fiscal Compact, [quando il rimedio è peggio del male]

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view post Posted on 30/12/2012, 01:15     +1   -1
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SIA LODATA LA CRISI...

"Sia lodata la Crisi, sempre sia lodata..."
"Ci dica, Capitano".
"Eminenza, mi sarebbe più facile parlare se usciste da sotto la scrivania."
"Questo non è possibile, lo sa bene: l'identità del Grande Banchiere Centrale è segreta."
"Ma suvvia, non dite assurdità: c'è su tutti i giornali!"
"Abbiamo degli emissari, questo è vero, ma il vero Banchiere Centrale siamo noi, e in quanto noi siamo sconosciuti a tutti. Cucù! Cucù! Cucù!"
"Sono le ore 18 e 45. È sempre l'ora della Crisi."
"Perché parlate al plurale?"
"Perché siamo plurali, tant'è vero che ci dai del voi."
"Veniamo al punto, Eminenza: l'Isola dei Pezzenti mi deve tremila dobloni più gli interessi..."
"Sia lodata la Crisi, sempre sia lodata..."
"Scusate Eminenza, come faccio a fare un discorso di senso compiuto se quei due continuano a ripetermi nelle orecchie 'sta lagna?"
"Quei due, caro, sono i Grandi Officianti Globali, e quella che definisci "lagna" è la litania della nostra professione di fede, che ripetiamo almeno seicento volte al giorno. Sei sull'Isola della Santa Crisi, capitale della Confederazione Insulare Globale: vedi di esprimerti con il dovuto rispetto, altrimenti ci metteremo meno di un secondo a friggerti sulla graticola o ad impalarti alla turca; e tuttavia, figliuolo, non per questo ci sarai meno caro."

officianti

"Chiedo umilmente scusa, Eminenza."
"D'ora in avanti, per punizione, il secondo versetto della litania lo reciterai tu."
"Va bene Eminenza, come desiderate."
"Sia lodata la Crisi..."
"...sempre sia lodata. Come dicevo, l'Isola dei Pezzenti mi deve tremila dobloni più gli interessi, ma non può pagare perché lei, cioè voi, non stampate denaro e non date loro il permesso di farlo".
"Pezzenti!"
"Ecco, appunto: però, se sono pezzenti, è perché voi li fate essere pezzenti, e questo non mi sta bene, dal momento che i soldi li devono a me!"
"Mica solo a lei, cioè a te, anzi a voi. Cucù! Cucù! Cucù!".

1207595510_cucu

"Sono le ore 15 e 27. È sempre l'ora della Crisi."
"Peggio per gli altri: a me interesso io, cioè, a me interessano i miei soldi. Allora, si può sapere per quale motivo non stampate dobloni per quella gentaglia e non li lasciate stampare nemmeno a loro?"
"Perni, caro: Perni."
"Giusto, Perni. E perché non li stampate più?"

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...scalcompact.htm

Edited by Arianna… - 23/2/2013, 15:57
 
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view post Posted on 30/12/2012, 23:48     +1   -1
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IL CAPITANO ESIGE DELLE SPIEGAZIONI DAL GRANDE BANCHIERE CENTRALE

"Benedetto ragazzo, e con il Fiscal Compact come la mettiamo?"
"Sia lodata la Crisi..."
"...sempre sia lodata. Fiscal che?"
"Figliuolo, quanto sei ignorante. Siediti comodo, che ti spiego. Anzi guardi caro, le mando su un mio rappresentante."
"Ma ha... cioè, ha le piume."
"Poche. Ma non si perda in dettagli inessenziali: venga al dunque, ché il tempo è poco e la posizione scomoda".
"Devo dargli del lei o del voi?"
"Siccome ci sei molto caro, puoi chiamarlo familiarmente Vostra Grazia".
"Vostra Grazia, il punto è questo..."
"Caro, è piuttosto ridicolo che tu ti rivolga a lui: oltre ad essere completamente sordo, parla solo un dialetto alemanno del XIV secolo. Di' pure a noi, ti ascoltiamo da quaggiù."

Hook+Map+Disney

"Eminenza, vi dispiacerebbe spiegarmi cosa diavolo è questo Fiscal Compact e perché non posso riavere i miei soldi?"
"Con piacere. Cucù! Cucù! Cucù!"
"Sono le ore 45 e 18. È sempre l'ora della Crisi."
"Dunque, cominciamo col dire che il Fiscal Compact è molto più di un semplice trattato: è il distillato, la quintessenza, il genuino prodotto della nostra filosofia di vita: la lotta agli sperperi, o all'inglese austerity. Lo ha proposto qualche tempo fa la coppia Merkel-Sarkozy ed è stato approvato da molti Parlamenti, fra cui quello dell'Isola dei Pezzenti. Quindi quei defic... bravi ragazzi si sono impegnati a rispettarlo".
"Sia lodata la Crisi..."
"...sempre sia lodata. Ma cosa si sono impegnati a fare, concretamente?"
"In base a tale accordo, come del resto prevede il Trattato di Lisbona, ogni nazione può applicare politiche economiche solo se preventivamente approvate dalla Commissione Europea, la nostra diletta consorella. E quindi, se lei dice che non si spende, non si spende".
"Io non so cosa sia questo Trattato di Lisbona."
"Caro, è forse colpa nostra se sei un asino? Il Trattato di Lisbona è quello che istituisce definitivamente l'Unione Europea."
"E questo cos'ha a che fare con noi?"
"Ha a che fare eccome: la Confederazione Insulare Globale è affiliata all'Unione Europea, per cui valgono per noi le stesse regole che valgono per loro."
"Sia lodata la Crisi..."
"...sempre sia lodata! Ma questo è assurdo! Volete spiegarmi per quale diavolo di motivo avete deciso una cosa del genere?"
"Perché così ci è parso, figliuolo".
"Questa non è una risposta!"
"Cucù, cucù, cucù! Sono dall'altra parte..."
"Sono le ore 25 e 38. È sempre l'ora della Crisi."
"Banchiere, siate serio: ho fatto un lungo viaggio per venire fino all'Isola della Santa Crisi. ESIGO una spiegazione!"
"Forse che i ratti di fogna sono tenuti a spiegarti il motivo per cui amano sguazzare nei liquami? Forse che sono tenuti a dirti perché si nascondono nel ventre oscuro delle metropoli? Così noi non siamo tenuti a spiegarti i misteri che si celano nei reconditi meandri della nostra mente. E poiché non siamo tenuti, ti preghiamo, caro, di levare le tende, ché un terribile crampo ci attanaglia da tempo la natica sinistra".
"Sia lodata la Crisi..."
"Ma vaff..."

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...calcompact0.htm

Edited by Arianna… - 23/2/2013, 16:01
 
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view post Posted on 31/12/2012, 14:58     +1   -1
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IL FISCAL COMPACT IN SINTESI

Il Capitano non conosce il Fiscal Compact, ma è in buona compagnia: non lo conosce praticamente nessuno. E non c'è da stupirsene, dal momento che è stato scritto in modo complicatissimo, per essere sicuri che nessuno ci capisse niente (nemmeno i politici professionisti). Siccome invece da esso dipende il nostro futuro, la nostra vita o la nostra morte, è importante capire.
Cominciamo col dire che, con la ratifica depositata il 21 dicembre 2012 dalla Finlandia, il Fiscal Compact è ufficialmente entrato in vigore a partire dal primo gennaio 2013, come inizialmente previsto: il Patto prevedeva infatti la ratifica di almeno 12 Paesi della zona euro per la sua entrata in vigore. La Finlandia è il dodicesimo membro di Eurolandia ad aver ratificato il Fiscal Compact, dopo Italia, Germania, Spagna, Francia, Slovenia, Cipro, Grecia, Austria, Irlanda, Estonia e Portogallo. Il trattato è stato ratificato anche da Danimarca, Lituania, Lettonia e Romania, che seppur non membri della zona euro, hanno aderito al Fiscal Compact.
Chiediamo aiuto al giornalista Paolo Barnard, che nel suo blog sintetizza in modo molto chiaro le linee generali del Fiscal Compact:

arton6083

1) il trattato si apre con lo Stability Pact (Patto di Stabilità), che impone lo 0,5% (una soglia completamente irrealistica) per il rapporto deficit/PIL e il 60% per il rapporto debito/PIL;
2) se un Paese non sottostà alle imposizioni dell'UE e non si adegua ai parametri stabiliti, scatta automaticamente la denuncia della Commissione Europea al Consiglio Europeo ed alla Corte di Giustizia Europea, che può imporre multe dello 0,2% del PIL. La Germania gode di un particolare privilegio: si riserva infatti il diritto di poter denunciare un Paese che non rispetti i parametri anche in assenza dell'opinione della Commissione Europea; per potersi opporre, gli altri Paesi devono ottenere maggioranze qualificate;
3) nella parte del cosiddetto Europact viene stabilito che la competitività di un Paese viene giudicata in termini di riduzione dei salari pubblici e privati e contemporaneo aumento della produttività del lavoro (leggi: neo-schiavismo);
4) la sostenibilità della politica fiscale viene giudicata in base alla spesa per previdenza, sanità, servizi pubblici: se un Paese spende troppo per questi capitoli, è pesantemente sanzionato;
5) il Fiscal Compact richiede una revisione della contrattazione salariale e sindacale e la delocalizzazione della contrattazione salariale;
6) infine esso richiede l'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione (che, come abbiamo visto, è un'eresia economica, fonte di crisi senza via d'uscita).
Ma, per essere chiari fino in fondo, questo che cosa significa in termini pratici per l'Italia?
Ce lo spiega Alfredo Cosco:
"Significa che in venti anni il debito pubblico italiano dovrà essere dimezzato.
Significa che l’Italia dovrà sborsare circa 1000 miliardi di euro in venti anni.
Significa TAGLIARE PER VENTI ANNI IL DEBITO PUBBLICO DI UNA MEDIA DI 40-50 MILIARDI L'ANNO.
Quindi: MANOVRE DI MANNAIA SOCIALE PER RECUPERARE OGNI ANNO DAL PAESE 40-50 MILIARDI DI EURO, CHE VERRANNO SUCCHIATI DAI SERVIZI E DALLE PERSONE (O OTTENUTI TRAMITE SVENDITE DI QUEL CHE RESTA DEL PATRIMONIO PUBBLICO) E SPEDITI AI DETENTORI DEL DEBITO PUBBLICO (grandi banche, ecc.): 40-50 MILIARDI ALL'ANNO DI TAGLI, TASSE (e SVENDITE) PER I PROSSIMI VENTI ANNI.

Come ha scritto Giorgio Cremaschi: “Secondo quel patto, che i cittadini non per colpa loro ignorano, l’Italia si impegna a dimezzare in venti anni lo stock del debito pubblico. Cioè dobbiamo pagare 1000 miliardi, 50 all’anno. In aggiunta agli interessi che ora ci costano 80 miliardi all’anno. Insomma un costo paragonabile alle riparazioni di una guerra perduta. E di guerra infatti ha parlato Monti, guerra al popolo italiano”.
Per l’Italia questa disciplina feroce sarà un salasso di dimensioni bibliche che si abbatterà su un Paese profondamente indebolito, dove le aziende cadono come mosche, e crescenti quote di persone si avviano per essere ridotte alla fame.
E naturalmente renderà praticamente impossibile per i prossimi venti anni anche solo parlare di 'crescita' e 'occupazione'."

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...calcompact1.htm

Edited by Arianna… - 15/2/2013, 05:14
 
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view post Posted on 2/1/2013, 01:32     +1   -1
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UN PO' DI MATEMATICA ELEMENTARE

Ora, ciò su cui bisogna attentamente riflettere è che il principio su cui si basano il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio è matematicamente sbagliato: come abbiamo già detto, il rapporto deficit/PIL è il risultato di una frazione e non fa eccezione alla regola di tutte le frazioni: per far diminuire il rapporto posso diminuire il numeratore (la spesa a deficit) oppure aumentare il denominatore (il prodotto interno lordo o PIL).
Con il pareggio di bilancio si "congela" il numeratore. Ma se io blocco il numeratore e faccio diminuire il denominatore (il prodotto interno lordo o PIL), perché l'economia va sempre peggio a causa delle tasse e della diminuzione dei consumi, che succede? Ecco un esempio:

100/20 = 5
100/10 = 10

Come abbiamo già detto, succede che il rapporto lo faccio aumentare, non diminuire!
Perfino uno studente dei più mediocri riuscirebbe a capirlo.

matem

Per capire meglio gli effetti negativi e rovinosi per l'economia del Fiscal Compact prendiamo spunto da un articolo pubblicato sulla webzine "Come Don Chisciotte" il 2/1/2013, che ci spiega come si debba agire per ridurre il debito pubblico e quindi il rapporto deficit/PIL, e come questo sia in rapporto con i titoli di Stato.
Per ridurre il debito pubblico bisogna pagare tassi d'interesse sui titoli negativi, cioè inferiori all'inflazione, in modo che chi ha bonds (titoli di Stato) ci rimetta ogni anno un poco. E' sempre stato così: l'Italia dal 1950 al 1981 ha sempre fatto più o meno così e tutti gli altri paesi anche. Non si può remunerare un investimento finanziario privo di rischio come un BOT o Treasury bill con un rendimento superiore all'inflazione. Chi compra titoli di stato senza rischio, perché appunto garantiti dallo Stato, deve rimetterci ogni anno un 1 o 2% (cioè pagare qualcosa per la sicurezza che offre questo investimento). In questo modo ci si assicura che il debito pubblico non salga in termini reali.
Se tu hai ad esempio un deficit pubblico (rapporto deficit/PIL) del 3% annuo, e paghi tassi sul debito del -1% annuo, la cosa funziona: poi basta che l'economia cresca del 2% l'anno e matematicamente il debito/PIL non aumenta.
In Italia Monti e soci fanno il contrario esatto di quello che indica la matematica: hanno creato un PIL che cala del 2 o 3% l'anno a forza di ammazzare di tasse, e in più sono schiavi del "mercato", a cui lasciano dettare tassi di interesse reali del 2-3% l'anno. Se sei portato per la matematica e fai la somma noti che in questo modo il debito/PIL aumenta automaticamente del 4-6% l'anno. Anche se fai il pareggio di bilancio.
L'autore dell'articolo ne deduce: "Siamo circondati da imbecilli di destra e di sinistra che vogliono il pareggio di bilancio pubblico e non capiscono l'aritmetica"; e si tratta, aggiungiamo noi, di aritmetica davvero elementare: se lasci che il mercato detti i tassi sul debito pubblico, il mercato si fa remunerare di un 2-3% l'anno; se fai l'austerità, il PIL nominale (reale + inflazione) non aumenta più. Risultato? Anche con il pareggio di bilancio il debito aumenta del 5% l'anno rispetto al PIL.
"Questa semplice aritmetica - conclude l'articolo - ancora nessuno l'ha spiegata a Monti: o meglio, forse la sa, ma ha altri interessi; in ogni caso il "Fiscal Compact", cioè imporre a forza il pareggio di bilancio pubblico in Italia, è un cappio che ci strangola, perché ammazza l'economia e fa aumentare lo stesso il debito/PIL ogni anno sempre di più.
E' una follia dal punto di vista aritmetico: dovrebbero dare come compito alle superiori di matematica finanziaria il problema del Fiscal Compact che ho illustrato sopra, e gli studenti più intelligenti lo risolverebbero subito nel modo che ho mostrato."

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...calcompact2.htm

Edited by Arianna… - 8/2/2013, 01:24
 
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QUALI SONO GLI SCOPI DI TUTTO QUESTO?

L'articolo ci pone di fronte ad un ulteriore assurdo logico: possono i governanti d'Italia e d'Europa essere più ignoranti in matematica di un comune studente delle superiori? Così ignoranti da non saper fare 2 + 2?
Ebbene, certamente no. Quindi la domanda va riformulata in questi termini: qual è il VERO SCOPO di tutto questo?
Non si pensi che il dogma dell'"austerità" risponda a qualche nobile esigenza di sostenibilità ambientale
, di rispetto del pianeta o di recupero di una frugalità "all'antica" che possa far ritrovare valori autentici e costringere l'umanità a superare la fase dello scellerato consumismo che sta attraversando da tempo.
Certo a chi gestisce il potere fa comodo giocare su equivoci di questo genere ed essere scambiati per paladini della "decrescita felice", come è capitato purtroppo di ascoltare in tv dalla voce dello stesso Maurizio Pallante (fondatore del MDF, Movimento per la Decrescita Felice). Non si tratta di niente di tutto questo.
Spesso, quando un quadro ci risulta incomprensibile, è perché lo stiamo guardando al contrario: basta raddrizzarlo ed ecco che l'immagine diventa subito più chiara. Detto in altri termini, è un esercizio piuttosto sterile cercare di interrogarsi sui perché e sugli scopi: guardiamo piuttosto gli effetti, ed in base a quelli deduciamo le cause.
Quali sono gli effetti dell'austerità, al di là della retorica dei governanti che affermano (con un'impudenza in verità scandalosa) di volere in questo modo "rilanciare l'economia"? Che si crea una crisi terribile, con conseguente perdita del potere d'acquisto dei salari, la quale a sua volta causa una drastica contrazione dei consumi. Per tentare di reagire a questo, i datori di lavoro attueranno una sempre maggiore compressione dei salari, allo scopo di essere più concorrenziali sul mercato pagando di meno la mano d'opera (la cosiddetta "cinesizzazione del lavoro"), con sempre minori garanzie sindacali per questa classe di neo-schiavi.
Se ne deduce che questo è esattamente lo scopo desiderato. Se così non fosse, si attuerebbe una correzione di rotta rispetto a politiche in così palese contrasto con la logica, oltre che con l'economia.

A detta del Prof. Alain Parguez, il Fiscal Compact è stato ideato e pubblicato su una rivista specializzata da un monaco benedettino, capo dell'Opus Dei francese, di nome Postel-Vinay. Fra le altre considerazioni che vi si leggono, sostiene il Professore, sta scritto anche che occorre dimezzare il potere d'acquisto dei salari. Può darsi poi che gli scopi siano ancora più innominabili: molti pensano che lo scopo vero, inconfessato, sia quello di ottenere una drastica riduzione della popolazione mondiale, in modo da far fronte all'incontrollabile crescita demografica.
Vogliamo evitare ogni sospetto di complottismo? Va bene, rimaniamo pure ancorati al terreno economico. E qui notiamo che questa politica economica si è rivelata enormemente redditizia per gli speculatori: infatti, se si distrugge l'economia reale e si mette alle strette uno Stato, aumenta il valore speculativo del debito pubblico, detenuto per la massima parte dalle banche.
Tutti sanno che mai e poi mai la Grecia e l'Italia saranno in grado di restituire il debito contratto; pochi invece sanno che non solo non si può, ma non lo si vuole: infatti si tratta di una cornucopia senza fondo.
Quanto "rende" questa crisi ai poteri finanziari? Paolo Barnard lo spiega in un suo articolo: "I poteri finanziari di Unione Europea e Stati Uniti ci stanno distruggendo il futuro del lavoro. Essi hanno sottratto all’Italia 457 miliardi di euro in 2 anni. Più di 20 finanziarie sparite dal nostro stipendio e dai nostri servizi essenziali… in 2 anni. Mentre noi per mille euro in busta paga dobbiamo supplicare o morire.
Nel 1975 la Commissione Trilaterale di Stati Uniti, Europa e Giappone sancì la morte del radicalismo e del lavoro, con queste parole: “Quando esso [il lavoro] perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati. La concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”.
I sindacati ci sono cascati.
Il piano per la distruzione del lavoro di noi cittadini partì 70 anni fa in Francia e Germania. I mandanti: la grande finanza speculativa e la grande industria. Le armi: l’economia, l’Unione Europea dei tecnocrati, e oggi il disastro dell’euro.
La crisi economica 2007-2010 è usata come strumento per una compressione dei salari senza precedenti in 50 anni. Sta accadendo in Grecia e Irlanda, accadrà qui. Stanno creando sacche di lavoro alla cinese in Europa, e lo hanno pianificato nei dettagli, per profitto. Gli operai sono destinati a scomparire [...]: in Corea non c’è più l'illuminazione negli stabilimenti auto, perché non ci sono più esseri umani che vi lavorano. Solo robot.
Dobbiamo aprire gli occhi, capire cosa sta succedendo, ed essere radicali nell’opposizione a questo attacco al lavoro, che è il vero attacco alla democrazia."

(Fonti principali:
http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=327
www.paolobarnard.info/terraciano.htm
www.comedonchisciotte.org/site/modu...ticle&sid=11288)

http://arjelle.altervista.org/Economiaascu...calcompact3.htm

Edited by Arianna… - 5/1/2013, 09:40
 
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