| "Sono certo che mi stai seguendo... Le tematiche della QUALITA', della SOSTENIBILITA', dell'impatto con la NATURA, dell'impatto sugli altri POPOLI, della libertà fisica e mentale di un individuo, e anche della sua salute: per affrontare tutto questo non basta una teoria economica quantitativa di stampo keynesiano come la MMT. Ci si può servire i un tipo di politica da essa propugnato per agire anche a favore delle cose che ti ho detto. Ma non è una inevitabile conseguenza della teoria. NOI DOBBIAMO ASPIRARE PER NOI E PER GLI ALTRI AD UNA VITA AUTENTICA ED UMANA. -IL CAMBIAMENTO DEVE ESSERE FORTE. E NON E' SOLO UNA QUESTIONE DI STATO CHE PUO' SPENDERE. -MA ANCHE DI RIPENSARE LA VITA..
Altro esempio in pura ottica "spesa-sostegnoproduzione-consumo": l'attuale agricoltura industriale va mantenuta. Perché esiste, perché c'è già chi ci lavora e sono in tanti, perché ci sono macchinari e tecnologie, perché ci permette di esportare e fare affermare la nostra economia nel mondo (non parlo di noi Italia, è un esempio). In un contesto puramente quantitativo io Stato sovrano creo il contesto economico adatto a dare manforte a questo sistema di produzione: un sistema però che ha espropriato i piccoli contadini, creando colossi della produzione agricola. Un sistema che utilizza tonnellate di petrolio. Un sistema che adopera l'uso intensivo della monocultura che inaridisce la terra e rende deboli le piante davanti a insetti e microbi. Un sistema che può reggersi solo con l'utilizzo INTENSISSIMO (molto più intenso di quanto le persone normalmente credano) di pesticidi, fertilizzanti chimici, diserbanti. Attenzione: a loro volta ci sono le aziende di fertilizzanti, pesticidi, diserbanti... Uno Stato volto alla pura produzione può scegliere semplicemente di dare forza a tutto questo. Una teoria economica puramente della spesa e del consumo non ha credo, da sola, gli strumenti teorici ed ideali per affrontare questioni come: Fino a quando il terreno può reggere a questo sviluppo intensivo? Che tipo di cibo produco così inquinato, chimicamente trattato, con bassi principi attivi, spesso anzi biologicamente debole? Che impatto ho con la mia superagricoltura industriale su quei paesi che vivono di piccola coltivazione, e che hanno un loro equilibrio sociale e che io rischierei di invadere con produzione agricola di pessima qualità e a basso costo? Che impatto ho sulla salute dei "consumatori"? Che vita c'è nei territori dove le campagne sono abbandonate, i piccoli paesi muoiono, le tradizioni e le culture si perdono e si fa la fila presso supermercati e tristi centri commerciali? E poi... inoltre... nel lungo periodo, cosa comporterà tutto questo? Una carestia generale? Oppure il diventare persone che si cibano solo di OGM e cibo liofilizzato? E la domanda diventa alla fine: CHE VITA VOGLIAMO PER NOI E PER GLI ALTRI?
Da questo punto di vista io cerco umilmente di confrontarmi con persone, teorie, conoscenze, per poi spingermi verso quello che percepisco come il Bene preferibile, anche se sono sempre pronto a sentire obiezioni. Il mio primo scopo non è essere fedele al signoraggio, alla decrescita, a Keynes, alla MMT, a Zio Paperone: il mio scopo è comprendere e, nel mio piccolo e con altri, cercare di attuare, azioni e progetti capaci di avere un senso integralmente benefico. Tornando a riferirci alla terra... Pensa a tutta la terra abbandonata e inutilizzata in Italia. Ci sono centinaia di chilometri lasciati a se stessi che possono essere ripresi. Pensa anche al mare di disoccupati o di ragazzi costretti ad ammuffire anni nei call center e tornare a casa depressi e avviliti. Pensa alla ecatombe di bellezza ed energia che c'è ogni giorno in Italia... Io non penso che la soluzione di tutto sia il ritorno alla terra. Credo si debba agire su più fronti. Ma intanto, si possono creare tanti gruppi di persone che vadano a RIPOPOLARE le terre e si garantiscano una certa sussistenza, come stanno provando a fare questi miei amici. Poi si può collaborare coi vari gruppi, venirsi incontro a vicenda, usare tecniche innovative. E poi, la produzione maggiore del consumo la si può vendere nei territori a un prezzo popolare, fornendo così alla gente del luogo cibo sano. Tanta gente ripopolando le campagne potrebbe da una parte garantirsi il cibo e non rischiare di essere affamata da questo sistema, e poi fare una vita più vicina alla natura, e ridurre così anche tante spese; e paradossalmente, magari avere anche una qualità di vita maggiore. Con reazioni a catena... Riduzione dell'importazione di cibo (l'Italia che importa olio e pomodoro??) Aumento della capacità di autosostenersi e riduzione delle spese vitali Aumento di cibo che finisce nelle economie locali, e riduzione dell'impatto di mega market e centri commerciali Aumento della qualità di vita Ma poi.... Io sarei per un recupero integrale di tante cose. Perché sapone chimico, perché ingrassare multinazionali francesi e di chissà dove che ti mettono dentro anche tossine? Non è difficile fare il sapone... Gruppi di persone che fanno il sapone. Persone che fanno il vino e l'olio. Ripresa della piccola produzione manifatturiera. Una volta Catanzaro era famosa per la sua seta... Tutta la produzione manifatturiera è stata in gran parte distrutta dalle dinamiche neoliberali, dai colossi industriali e dai cinesi... Bene: riprendere tutto un mondo di lavori artigianali di qualità e diffusi. Lavori che una volta erano il vanto dell'Italia. Tante piccole aziende a basso impatto, non mega filiere e casermoni. E naturalmente andare anche verso la fuoriuscita dalle produzioni senza futuro, come la dismissione graduale della produzione di macchine... e produrre bici, macchine elettriche, altre tecnologie del movimento... Non è un semplice ritorno all'indietro, quindi, che immagino. Immagino un recupero della vita, una riscoperta del meglio, un riavvicinarsi alla natura; ma anche l'utilizzo delle migliori tecnologie, come quelle alternative al petrolio o che garantiscano una efficacia che però sia realmente utile e vitale. Non abbiamo bisogno ad esempio di hostess virtuali o di negozi gestiti da computer: lì la tecnologia la prendiamo a pedate. Ma internet ce lo teniamo. Il sapone ce lo facciamo noi, ma certi pannelli solari vanno bene... Capisci che non è più solo la produzione per la produzione e il consumo per il consumo, ma è UNA RIVOLUZIONE DI VITA. Si dovrebbero fare riprendere i piccoli paesi, aumentare i livelli decisionali, ridurre i centri commerciali; e ci sono anche strumenti economici che possono essere decisivi, quali ad esempio FORME DI MONETA LOCALE. Attenzione: io sono sempre per l'uscita dall'euro e per la moneta sovrana; ma intanto agiamo. Ci potranno volere anni per fare crollare l'euro: dobbiamo intanto pensare a salvare i territori con altre forme di circolante locale creato SENZA DEBITO E SENZA INTERESSI. Vedi, io sento che la moneta locale o una cosa simile oggi è INDISPENSABILE: è secondario per me se il signoraggio, l'MMT o altri la considerano una cosa conforme alla teoria... Capisco che è difficile inquadrarla in un contesto macroeconomico, ma adesso, in questo contesto in cui il circolante è vampirizzato, è vitale.
Ho scritto troppo, ma erano cose che rimescolavano in me da settimane, e ho trovato oggi il momento adatto per farle uscire fuori."
Edited by Arianna… - 31/12/2012, 14:50
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