Flezza |
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| Detto questo, però, il problema che poni è serio: dare uno sbocco concreto all' "attivismo da internet" è precisamente la scommessa sulla quale si gioca tutta la partita del summit MMT, ed è anche il problema messo in campo più volte da Paolo Barnard.
Supponiamo che, come si spera, dal summit escano un migliaio di persone molto informate sulle teorie economiche post-keynesiane. Bene, dopo che faranno? Partiamo dal presupposto di escludere il mondo della virtualità: quindi niente siti, niente forum, niente video divulgativi. Cosa faranno/faremo allora? Distribuiremo volantini agli angoli delle strade? Cercheremo di occupare posizioni di potere alla nostra portata, ad esempio come consiglieri comunali? Diventeremo terroristi? Faremo occupazioni come gli indignados?
In definitiva, tutto il nostro sogno rischia di infrangersi contro il velleitarismo delle soluzioni pratiche alla nostra portata: infatti tutto ciò che possiamo fare per contrastare i poteri finanziari sembra francamente risibile rispetto alla loro forza.
Questo tuttavia, con buona pace del tuo amico, vale sia per chi si sia informato mediante la rete, sia per chi abbia deciso di scendere in campo subito e senza mezzi termini: i problemi sono identici. La rete, a mio modo di vedere, presenta però il vantaggio della diffusione rapida e capillare delle informazioni, assolutamente impossibile in altro modo, dato che i media di regime sono tutti omertosi e spacciano solo verità di comodo.
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