Economia e Potere

La rete e l'attivismo politico

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yuri refolo
view post Posted on 1/2/2012, 08:35     +1   -1




Da una discussione con un amico emergono le sue perplessità riguardo l'utilizzo della rete (in senso lato) come canale primario per la diffusione del lavoro di Barnard e della MMT. Sostiene che il fatto che a fronte di 2 milioni di persone che hanno scaricato il saggio il numero di 1500 attivisti presenti al Summit sia ben poca cosa. Sostiene infine che sia fondamentale parlare fianco a fianco, vis à vis, alle persone, poiché la rete non è un canale di diffusione valido né efficace ma effimero e che non porta a risultati concludenti. Le discussioni su forum, chat, Facebook e via dicendo non cambiano lo stato delle cose e non producono nulla di concreto, mentre l'attivismo politico di piazza, la carta stampata, insomma: l'attivismo in stile anni '70 per intenderci, funziona ed è efficace. Ho le mie opinioni al riguardo (se qualcuno mi ha letto in precedenza sa come la penso) ma sarei curioso di conoscere la vostra opinione.

 
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Flezza
view post Posted on 1/2/2012, 15:51     +1   -1




Che cosa io pensi della pseudo-rivoluzione chiamata Sessantotto, e degli anni '70 in genere, emerge chiaramente dalla mia risposta ad una ragazza che su FB poneva lo stesso problema, manifestava il più vivo disprezzo per i pensionati che si credono dei gran fighi perché digitano le loro proteste su FB comodamente seduti davanti ad una tastiera, e citava ad esempio appunto l'attivismo del Sessantotto e del Post-Sessantotto (anni di piombo, suppongo).

Trascrivo la mia risposta:

CITAZIONE
Non sembri porti un problema: e cioè che la demotivazione degli attuali "rivoluzionari virtuali", pensionati o meno, potrebbe essere dovuta proprio al fatto che il grande casino del Sessantotto, a conti fatti, non è servito a una emerita mazza.
Dove sono i sessantottini? Che fine hanno fatto?
Quelli che non si sono trasformati direttamente in mostri (Ferrara, Bondi, Cacciari) sono diventati dei borghesi conservatori, hanno fatto inciuci con la DC e hanno lottizzato le università.
Perciò, se la rivoluzione è quella, DIO ME NE SCAMPI.

 
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Flezza
view post Posted on 1/2/2012, 17:53     +1   -1




Detto questo, però, il problema che poni è serio: dare uno sbocco concreto all' "attivismo da internet" è precisamente la scommessa sulla quale si gioca tutta la partita del summit MMT, ed è anche il problema messo in campo più volte da Paolo Barnard.

Supponiamo che, come si spera, dal summit escano un migliaio di persone molto informate sulle teorie economiche post-keynesiane. Bene, dopo che faranno?
Partiamo dal presupposto di escludere il mondo della virtualità: quindi niente siti, niente forum, niente video divulgativi. Cosa faranno/faremo allora?
Distribuiremo volantini agli angoli delle strade?
Cercheremo di occupare posizioni di potere alla nostra portata, ad esempio come consiglieri comunali?
Diventeremo terroristi?
Faremo occupazioni come gli indignados?

In definitiva, tutto il nostro sogno rischia di infrangersi contro il velleitarismo delle soluzioni pratiche alla nostra portata: infatti tutto ciò che possiamo fare per contrastare i poteri finanziari sembra francamente risibile rispetto alla loro forza.

Questo tuttavia, con buona pace del tuo amico, vale sia per chi si sia informato mediante la rete, sia per chi abbia deciso di scendere in campo subito e senza mezzi termini: i problemi sono identici.
La rete, a mio modo di vedere, presenta però il vantaggio della diffusione rapida e capillare delle informazioni, assolutamente impossibile in altro modo, dato che i media di regime sono tutti omertosi e spacciano solo verità di comodo.
 
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2 replies since 1/2/2012, 08:35   47 views
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