Economia e Potere

"Io parlo ma gli altri non mi credono", Come affrontare scetticismo ed incredulità

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yuri refolo
view post Posted on 24/1/2012, 00:16     +1   -1




Praticamente tutti i giorni affronto con amici e parenti il tema trattato in questo forum e puntualmente ci si scontra con incredulità e critiche. In tanti, troppi, non riescono ad accettare dei dati di fatto oggettivi come reali e preferiscono continuare a credere alle belle favole che raccontano loro tv e giornali (o i loro genitori da sempre).

Beh, hanno ragione.

Se io vengo da te, uomo del IV a.C.*, a dirti che la terra è piatta con un filo di voce, timido e balbettante, senza essere in grado di rispondere a semplici domande logiche come "e a te chi te l'ha detto", hai tutte le ragioni per mandarmi a quel paese.

Lo stesso accade se vengo da te, con fare aggressivo, a dirti che sei un coglione perché pensi che la terra sia piatta (anche peggio, perché non faccio altro che innescare un meccanismo di rifiuto verso la mia persona a prescindere).

Quindi: vorrei aprire un thread per COSTRUIRE INSIEME un sistema logico, razionale, sensato e umano per far fronte a questo problema.

Parto con qualche suggerimento.

Essere rapidi e concisi.
Non puoi aspettarti che uno presti credito alle tue parole se hai bisogno di due ore per spiegare un concetto, ti impappini e ti contraddici. Serve una affermazione secca, facile da capire, efficace.
"Il Giappone ha il debito al 200% e nessun mercato lo sta attaccando". Punto. Poi magari nascono spunti per una discussione. "E a te chi te l'ha detto?" - "The world factbook della CIA. O se preferisci, circa 103.000.000 risultati su Google. Basta cercare".

Avere una solida preparazione sugli argomenti che si vanno ad affrontare.
Aver letto il risvolto di copertina di un libro di Keynes non significa aver compreso l'MMT ed il pensiero postkeynesiano. Se poi a una cena tuo cugino direttore di banca ti fa un mazzo così su argomenti che lui mastica dall'università o dalle superiori e tutti i parenti ti prendono per il culo, non ti lamentare. Fermo restando che ci sarà sempre qualcuno più preparato di te, bisogna studiare OGNI CAZZO DI GIORNO a fondo gli argomenti che vogliamo divulgare.

Evitare le discussioni da bar.
Esistono argomenti che necessitano tempo ed approfondimento per essere trattati. Buttare la bomba tipo "BISOGNA USCIRE DALL'EURO!" mentre sei a fare la pausa caffè è da dementi. Equivale a farsi ridere in faccia e non farsi ascoltare tutte le volte che ritirerai fuori l'argomento. Piuttosto, meglio tacere ed abbozzare, elaborare una risposta concreta e concisa e argomentare in seguito. Possono volerci MESI prima di trovare una risposta. Meglio comunque che giocarsi un futuro "risvegliato".

Risalire SEMPRE alle fonti!!!
E' buffo, perché soprattutto le donne capiscono subito se stai dicendo loro una stronzata. Subito. Eppure ho la bacheca di Fb piena di troiate colossali senza un minimo valore, condivise in punta di click senza manco pensare che quello che stai diffondendo è pura invenzione. Così vale per articoli di blog, pagine web, stralci di giornale e via dicendo. Perché le si condivide? Beh, ovvio, perché si pensa che siano giuste. NON BISOGNA LASCIARSI FREGARE DALLE PROPRIE CREDENZE*. Se non si cura nel dettaglio la correttezza delle proprie fonti e non si pone quotidianamente sotto accurato controllo e critica la propria conoscenza, si rischia di fare delle figure di merda colossali, tipo questa di Giulietto Chiesa.

Mitigare il proprio approccio.
Un atteggiamento aggressivo è sempre percepito come, lapalissiano, una aggressione. Non serve a niente sbraitarti che "non hai capito un cazzo, e andiamo in default, e i vulture funds, e la moneta sovrana, e te non capisci un cazzo (e due)". Posto che l'interlocutore non ti prenda a tibiate nelle gengive, di sicuro non ti starà più a sentire. Migliore delle ipotesi? Non crederà ad una parola di quello che dici. Allora: meglio un poco alla volta, piano piano, cercando di capire chi hai davanti, se può recepire tutta la mole di materiale che vorresti vomitargli addosso per fargli aprire gli occhi. Meglio con calma, piano piano, in maniera tale che il meccanismo del dubbio si insinui anche in lui.

Non bisogna indottrinare nessuno.
Ok, qui si entra nel vivo del discorso. Io, personalmente, mi sono fatto questa idea: le cose, come stanno, non sono interpretabili. Il lavoro del Bildelberg, della Trilateral Commission, del CFR e via dicendo con tutti i neocosi è chiaro come la luce del sole. Non c'è niente da interpretare, nessun pensiero da vedere secondo un'altra ottica. Frasi come

CITAZIONE
"Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni '60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene"

(da www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf - NOTARE IL DOMINIO PER PIACERE)

sono ininterpretabili. Le cause, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Quindi non c'è bisogno di convincere nessuno della bontà di una corrente di pensiero e/o della malvagità di un altro.

Fra l'altro, una persona che capisce che non stai cercando di convincerla ragionerà molto meglio. Lasciando perdere l'aspetto etico della faccenda, che mi interessa ma non in questa sede (io non voglio convincere MAI nessuno a priori, vedi qui), non è obiettivamente efficace ai fini del suo "risveglio". Non dobbiamo vendere nessun prodotto. Lo scopo è fare in modo che la gente si risvegli dall'apatia e cominci a studiare, verificando che quello che vendono i media non sia tutto una montatura.

Appunto: "tanto si sa che ci fregano tutti".
Anche questo è un classico. L'interlocutore rassegnato è veramente difficile da "risvegliare". Il problema principale, secondo me, è che è pigro, quindi assegna questa risposta di comodo ad ogni affermazione. Non ha voglia di sapere, non gli interessa comprendere: basta che lo lasci alle sue cose di tutti i giorni, che già gli causano problemi e fatica a sufficienza. Ora, io in questo contesto ho solo un suggerimento: fargli notare come certe problematiche siano correlate proprio a quello che gli fa male. Poi magari fare in modo che venga a contatto con qualche materiale informativo. Tuttavia, e qui esprimo una mia personalissima opinione, penso anche che non ci sia verso di smuovere certi personaggi e sia meglio lasciare che vadano alla deriva con tutto il fiume. Tre ore perse a smuovere uno di questi e potevi passarle a informare altri trecento via web, oppure informarti e studiare tu stesso. Non ne vale la pena. Anche perché, se le cose cambiano in meglio, ci guadagna anche lui.

... continua...

*... un esempio di metodo. Stavo per scrivere "se io vengo da te, uomo dell'epoca di Colombo, a dirti che la terra è piatta", poi mi è venuto un dubbio e sono andato a vedere su wikipedia. Scopro così che "La moderna idea (sbagliata) che nel Medioevo si credesse che la Terra fosse piatta è entrata nell'immaginario collettivo nel XIX secolo, frutto delle idee positiviste[5]". Ecco, questo intendo per "non lasciarsi fregare dalle proprie credenze".

Edited by yuri refolo - 24/1/2012, 18:16
 
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Flezza
view post Posted on 24/1/2012, 00:29     +1   -1




Ottimo lavoro, Yuri!
Plaudo e ti suono anche una campana, to': :bing:

E adesso torniamo seri. -_-
 
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yuri refolo
view post Posted on 24/1/2012, 00:40     +1   -1




Ahaha

Dài, aggiungi qualcosa anche tu ;)

... io vagadurmì
 
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Flezza
view post Posted on 24/1/2012, 00:56     +1   -1




Non posso: mi hai rubato praticamente tutte le idee.
E si sa che ne ho poche. -_-

Scherzi a parte, condivido al 100% quello che hai detto, e l'unica cosa che mi dispiace è di non essere assolutamente in grado di metterlo in pratica, perché m'incazzo... oh se m'incazzo.

Piuttosto: per quanto riguarda la ricerca delle fonti sono pienamente d'accordo con te; in rete, come sai, è tutto un copia-e-incolla-anche-le-cazzate, per cui la stessa cazzata, messa in rete da qualche sconsiderato e presa per buona da altri, fa tranquillamente il giro del mondo riportata in 300 siti come se fosse oro colato.

Il punto è che però a volte è praticamente impossibile, per un comune mortale, risalire alla fonte, e particolarmente in rete, per i predetti motivi.
In questi casi io sono gravemente in imbarazzo: non so se dare o non dare una notizia, e sono comunque combattuto.

Solo se si è un minimo esperti di un settore ci si rende conto di quanto il lavoro di vaglio sia difficile: per esempio, nella Bibbia ho trovato un passo (cruciale) tradotto in modo completamente diverso nelle almeno 35 edizioni del Vecchio Testamento che ho consultato on line.
A quel punto sono andato a vedermi il testo greco dei Settanta, scoprendo che l'ambiguità è già presente lì; invece è nettissima la scelta fatta da S. Gerolamo nella Vulgata.
Mi sono chiesto perché, e ho scoperto che Gerolamo non attinge al testo greco, bensì all'originale ebraico.
Morale: sono dovuto andare a consultare il Vecchio Testamento direttamente in ebraico, e se consideri che io non conosco l'ebraico, puoi renderti conto della difficoltà che ho incontrato.

Tu dirai: e questo che c'entra?
C'entra, invece: era per farti capire che in determinati contesti molto tecnici, se non sei veramente un esperto, rischi di non cavare un ragno dal buco nemmeno risalendo alle fonti.
 
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3 replies since 24/1/2012, 00:16   385 views
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