Economia e Potere

9. Vivere e lavorare per pagare debiti, [Michael Hudson]

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Flezza
view post Posted on 7/4/2012, 00:33     +1   -1




Michael Hudson: Vivere e lavorare per pagare debiti

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Sito italiano di riferimento della MMT:
www.democraziammt.info/

Il team dei relatori al completo:
http://democraziammt.info/documenti/9-docu...i-relatori.html

Archivio e documentazione:
http://democraziammt.info/archivio-documentazione.html
 
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view post Posted on 12/4/2013, 23:47     +1   -1
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Michael Hudson: Vivere e lavorare per pagare debiti

Trascrizione dell'intervento:

Sono assolutamente stupito e ammirato dalla vostra capacità di stare svegli; noi siamo già stanchissimi dalla mattinata: invece voi siete tutti perfettamente in forma.
Una delle ultime domande poste è: com’è che gli italiani sono così poveri e lavorano così tanto se Berlusconi ha così tante morose?
Immaginate di essere stati vivi nel 1945 e che qualcuno vi parlasse delle nuove tecnologie che sarebbero state inventate, come i televisori, i pc, la plastica, gli aerei, ecc. Beh, avreste pensato che avreste vissuto una vita piena di agi e comodità: erano presentati come i vantaggi di un’economia post-industriale.
In effetti la produttività è cresciuta così tanto negli ultimi decenni, che in tutti i modelli proposti dai libri di testo l’idea era che un aumento della produttività si sarebbe tradotto in vantaggi per i lavoratori, perché avrebbe significato prezzi più bassi e quindi più possibilità di acquisto con lo stesso salario, oppure che i salari sarebbero stati più alti e quindi i lavoratori avrebbero goduto dei vantaggi dell’aumento della produttività.
Nei libri di testo questa veniva definita la "legge delle vendite": i lavoratori dovevano essere in grado di comprare quello che producevano, creando un flusso circolare fra produttori e consumatori; un circolo la cui idea di base ci riportava ai fisiocratici francesi, che subito prima della Rivoluzione francese avevano creato la scienza dell’economia e della contabilità. Il fondatore, François Quesnay, era un chirurgo e aveva fondato la sua idea della contabilità del reddito nazionale sulla circolazione sanguigna: c’era dunque una circolarità tra produzione e consumo, per cui l’idea era che un aumento della produttività dovesse creare un aumento del consumo. Di conseguenza la produzione crea il proprio mercato in termini di consumo pagando dei lavoratori che acquistano ciò che producono.
Ci si pone ora questa domanda: PERCHÉ ciò non è accaduto? Con tutto questo aumento di produttività dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, com’è possibile che non siamo tutti ricchi e non viviamo in agi e comfort?
Dopo la seconda guerra mondiale lavoravano soprattutto i maschi e le donne rimanevano a casa, ma poi anch'esse furono spinte sempre di più verso il lavoro (famiglie a doppio reddito). Oggi abbiamo addirittura famiglie a triplo reddito, e se proiettiamo nel prossimo futuro la partecipazione alla forza lavoro, nel 2020 ogni donna dovrà lavorare 18 ore al giorno e i figli dovranno iniziare a lavorare a tre anni per sostenere l’attuale tenore di vita. Perciò, se volete fare figli, metteteli a lavorare fin da subito, a tre anni, altrimenti tutti al verde!
Ora, ciò che è accaduto è che l’economia post-industriale è divenuta un'economia finanziarizzata, basata sulla finanza. Il motivo per cui voi lavorate più di prima è che state ripagando i vostri debiti, e non per pagare beni e servizi, ma per pagare i banchieri. Per mantenere livelli di consumo standard è necessario prendere soldi a prestito. Questo è l’europiano che vi aspetta: sostituire il capitalismo industriale con il capitalismo finanziario.
Le retribuzioni e il tenore di vita non sono le vere ragioni della crisi, perché tutto è mirato ad un’economia finanziarizzata. L’applicazione dell’austerità non elimina il grasso, ma la carne, l’osso! Significa deindustrializzazione. Significa disoccupazione. E la disoccupazione che ne deriva significa anche retribuzione più bassa per tutti.
In tutti i testi di economia trovate la curva della domanda e dell’offerta: l’idea è che più alta è la disoccupazione, meno bisogna pagare la manodopera. Quindi i funzionari pubblici, i banchieri hanno fatto questo calcolo: meno c'è occupazione, più si riducono le retribuzioni. Vogliono perciò la disoccupazione, per massimizzare la loro ricchezza rispetto alla forza dei lavoratori. Già centocinquant'anni fa si parlava di "esercito dei disoccupati": c’era bisogno di disoccupati per tenere bassa la testa dei lavoratori.
Quindi, nonostante il fatto che la produttività sia aumentata dalla seconda guerra mondiale, l’economia reale e i vostri redditi si sono gradualmente ridotti: ciò che è cresciuto assieme alla produttività è la "magia" degli interessi composti; questa crescita degli interessi composti ha assorbito l’aumento della produttività. E il ricavo di questo si è riversato nelle casse dell’1% della popolazione.
È fondamentale capire come l’economia odierna sia diversa da quella del 1945: siamo al termine di un ciclo molto lungo. Nel 1945 in ogni Paese il settore privato era relativamente esente da debiti, anche perché, a dire il vero, i consumatori non avevano molto da comprare e le aziende non avevano molti motivi di investimento, se non per il governo. Le famiglie avevano pochi debiti e moltissimi risparmi, il contrario di oggi: i risparmi si sono assottigliati e l’economia è indebitata. Perché? È importante saperlo, e sapere come bloccare questo processo avviato settant'anni fa.
Il motivo non è solo finanziario, ma anche di bilancio, fiscale, perché le imposte si sono trasferite dai beni immobiliari, dalle transazioni finanziarie, sulla forza lavoro.
Negli USA per esempio, negli anni Trenta, il 70% dell’erario, cioè di tutte le tasse, era derivato dai beni immobiliari, quindi dalle tasse sugli immobili, mentre oggi soltanto 1/6 deriva da questa fonte. Le città degli USA sono state convinte a ridure le imposte sui beni immobiliari; hanno aumentato invece le tasse sui consumi, sulle retribuzioni, in particolare la tassa sul valore aggiunto, che interferisce sul mercato e impedisce che voi possiate comprare i prodotti che realizzate, il cui valore diventa tassa: e questa viene trasferita sui banchieri, che controllano il governo e i politici, i quali ad un certo punto si accorgono che qualcosa non funziona più e allora dicono: "abbiamo bisogno di un tecnocrate per poter tassare di più per poter dare più soldi alle banche, per poterle salvare se necessario e se qualcosa andrà storto": se qualcosa fallirà, di sicuro non saranno le banche che danno lavoro ai tecnici!
Negli USA ad esempio nel 1982 Alan Greespan, un sostenitore del libero mercato, aveva ottenuto una commissione sulla previdenza sociale, la Social Security Commission,la quale stabiliva che la previdenza non doveva essere un servizio sociale, ma doveva essere pagata dall’utente che ne fa uso; costoro in sintesi pensarono: "dovremo far sì che i lavoratori paghino per la previdenza e per l’assistenza, e cinque volte tanto rispetto a quello che potrebbero ottenere dalle banche, perché le banche meritano di guadagnare un po’ di più".
Il lavoratore in America risparmia soldi e crea una grossa eccedenza di bilancio per le banche o per il governo, di modo che il governo possa tagliare le tasse su cosa? Sui capitali, sugli immobili, sui ricchi!
Tagli le tasse sui capital gains e quindi fai pagare di più i consumatori, che non hanno pagato abbastanza per i contributi o per finanziare le guerre in Iraq ecc., e soprattutto non hanno pagato abbastanza per finanziare la guerra di classe contro i lavoratori stessi! Ecco che allora le banche sono diventate parte integrante di questo sistema finanza-assicurazioni-proprietà-beni immobili di cui vi sto parlando.
In America c’è ormai il capitalismo dei fondi pensione, per cui i dipendenti dovrebbero diventare dei “capitalisti in miniatura” grazie ai programmi di proprietà delle azioni (stock ownership): in realtà in America una metà dei programmi di proprietà delle azioni sono falliti perché se ne sono impossessati i datori di lavoro, come ho detto anche oggi parlando del proprietario del Chicago Tribunal: le banche prestano i soldi ai corporate traders per fare buy out, cioè acquisizioni da parte dei manager, che possono così acquistare aziende per rubare i fondi pensioni ai dipendenti e trasformare il tutto in qualche modo in un processo di saccheggio, di predazione.
Voi oggi assistete a questo processo di predazione, e tra l’altro gli economisti che lo hanno descritto hanno avuto il premio Nobel. Ricordate le parole di Balzac: “Dietro ogni fortuna c’è un furto”. Bene, oggi l’economia si basa sul furto che si chiama libera impresa, quello che oggi si chiama "socialdemocrazia", un socialismo che non è socialismo o socialdemocrazia, bensì un travestimento della socialdemocrazia e del socialismo.
Viviamo in una sorta di mondo orwelliano, in cui i nomi che i politici danno alle loro azioni sono l’opposto della realtà. Nessun partito oggi si chiama fascista o partito antilavoratori: si chiamano tutti per esempio "socialdemocrazia". Ma voi avete capito che questo non ha nulla a che fare con una vera socialdemocrazia.
In America gli studenti devono contrarre debiti per studiare, per andare all’università, per mettere su famiglia, per comprare una macchina: addirittura devono fare mutui di una vita. Poi ci sono i sistemi di carte di credito, difficilissimi da rimborsare. Quando si sopportano tutti questi costi c’è una deflazione da debito, e quindi i lavoratori non hanno più i soldi per comprare ciò che essi stessi hanno prodotto. Questo è il motivo per cui i banchieri hanno assistito, godendone, a questo aumento della produttività.
Ma finora ho parlato in linea generale: ora voglio parlarvi di un esempio, di un Paese che ha cercato di dirvi: "Così dovete fare voi italiani per avere successo!". E qual è il paese che vi viene indicato come punto di riferimento? La Lettonia, il paradiso dei liberisti!
Lì hanno costruito quel tipo di economia che anche voi, dicono, dovreste creare. La Merkel e Sarkozy dicono: "Tutti come la Lettonia!".
Bene, cosa succede in Lettonia? Tassa sull’occupazione del 59% e tassa sugli immobili dell’1%! Come ci sono arrivati all’1%? Il tasso era basato sulla valutazione più recente sui beni immobili, che risaliva al 1917, prima della Rivoluzione russa!
Cos’è accaduto in realtà? C’era una tassa bassissima sugli immobili e molto alta sul lavoro: praticamente non c’era occupazione, ma c’è stata una bolla immobiliare.
Si sono spesso rimproverati coloro che hanno fatto un sacco di soldi su questo meccanismo della bolla immobiliare e sui meccanismi di proprietà. Ma il meccanismo della speculazione immobiliare in America in realtà consiste in questo: la rendita dell’immobile serve a pagare l’interesse; qualunque cosa l’esattore impone in termini di tasse viene pagata alle banche sotto forma di interesse; quindi le banche si trovano a disporre di tutta la rendita che prima arrivava al latifondista aristocratico, al proprietario terriero della vecchia Europa. La nuova aristocrazia oggi sono i banchieri.
È un sistema del tutto analogo a quello che ha portato alla nascita del feudalesimo medievale, con un simile tipo di appropriazione. Ed è un qualcosa che le banche fanno a nome dei loro clienti, dei monopoli, del settore immobiliare e del settore legale.
I risultati in Lettonia? Eccoli: un terzo della popolazione lettone tra i 25 e i 30 anni di età sta pianificando di andarsene o se n’è già andata, la popolazione si è ridotta del 15% sotto il governo neoliberista, l'aspettativa di vita si è ridotta, le percentuali di matrimonio si stanno abbassando.
Chi è che può permettersi di sposarsi, di comprare una casa, quando le retribuzioni vengono tassate al 59% e devi assumerti un debito di questo tipo?
Ora, in Lettonia un anno fa alcune Agenzie assicurative hanno detto alle banche: "non puoi raccogliere soldi da beni immobiliari assicurati"; e la soluzione non è stata tassare di più gli immobili, no: è stata di dire alle banche che se qualcuno arriva a chiedere un mutuo, è necessario che firmino genitori, figli, zie ecc., in modo che se si verifica una rescissione, l'intera famiglia piombi nella più bieca povertà!
La stessa cosa sta accadendo in Islanda: forse anche peggio, perché se n’è parlato come di un modello di ciò che dovrebbe essere; in realtà è un modello di come la popolazione dovrebbe votare contro le banche, perché l’Islanda, forse ancor più della Lettonia, è il paradiso dei liberisti e l’inferno dei lavoratori. Il 10% della popolazione, ossia 30.000 Islandesi, sono già emigrati in Norvegia o in altri Paesi.
Quello dell’Islanda è quello che (secondo loro) dovrebbe essere un "modello", un piano per voi, e cioè: gli interessi che la gente doveva pagare alle banche erano associati agli indici di prezzo e consumo e al tasso di cambio della valuta; dopo il crollo economico del credito del 2008, le banche islandesi, che il crollo lo hanno causato, se uno aveva un debito mettiamo di 1.000 euro, chiedevano in garanzia una proprietà immobiliare, che a quel punto non valeva più niente, diventava un valore negativo di cui una famiglia era responsabile; e il debito è aumentato.
Paolo [Barnard, N.d.R.] prima mi ha chiesto di parlare delle vulture banks: quando queste banche islandesi sono fallite (e nelle ultime settimane sono cominciati anche degli arresti), allora il governo, su consiglio europeo, ha detto: "indipendentemente da questo, dovete punire i lavoratori e vendere anche le banche ai vulture funds", quelli che hanno cercato in realtà di predare l’Islanda. Secondo la Costituzione islandese, costoro non avrebbero potuto aumentare i debiti indicizzandoli, ma l’hanno fatto lo stesso! Secondo l’accordo bancario, se si comprava una banca a 10 cent per ogni dollaro di valore, bisognava rettificare i debiti del 90%: le banche avevano promesso di farlo, ma non hanno mantenuto la promessa.
Gli Islandesi hanno chiesto che questa regola venisse rispettata. Il governo socialdemocratico islandese non ha rispettato le richieste del popolo, perché oggi "socialdemocrazia" significa governare per conto delle banche, governare cioè per un piccolo numero di famiglie in Inghilterra, Germania, Olanda, ecc. Il partito socialdemocratico ha detto né più né meno: "Noi non siamo la VOSTRA democrazia, siamo la democrazia dei banchieri inglesi, tedeschi, olandesi, ecc. che ci hanno sostenuto e messo al potere"!
Molti di voi mi hanno chiesto cosa fare in questa situazione, come essere attivi: potete essere attivi su entrambe le estremità dello spettro, tanto sono egualmente corrotte.
I partiti socialdemocratici, che teoricamente dovrebbero essere a sinistra dello spettro politico, si sono spostati a destra. Ho conosciuto buona parte dei leader socialdemocratici americani e di buona parte del mondo. Negli anni Sessanta mi veniva detto che le spese di viaggio e di albergo di ogni esponente della seconda Internazionale socialista, di cui Papandreu allora era presidente, venivano pagati dalla CIA. Ho visto il partito socialista americano sostenere la guerra in Vietnam e censurare ogni critica in tal senso; peraltro ha perso il 90% degli iscritti. La teoria era che non si poteva avere il marxismo e dire "liberiamo il mondo dallo stalinismo"; per far ciò il partito socialista americano si è unito agli sforzi della guerra fredda e ha sostenuto l’amministrazione Johnson nel sostenere la guerra in Vietnam.
È come se la politica si fosse rivoltata testa-piedi in questa triangolazione socialismo-stalinismo e parallelamente con la capacità degli USA di corrompere i socialdemocratici europei, convincendoli a sostenere le banche come pilastro contro lo stalinismo e il socialismo: e i socialdemocratici si sono venduti, ricavandone grandi vantaggi economici personali.
Hanno ritenuto probabilmente che il modo per cui ci si poteva opporre allo sfruttamento industriale era sostenere uno sfruttamento finanziario, hanno pensato che le banche avrebbero portato il mondo verso un progresso economico, e non verso la direzione opposta.
Ora i partiti socialdemocratici islandesi, lettoni, scandinavi e di altri paesi europei pensano che ci sia un unico modo per assumere lavoratori, ed è tramite l’austerità, ossia tramite la riduzione delle retribuzioni del 30%: e poi smetti di far figli, emigra se devi, ecc. E questo è l’esatto opposto di ciò che il capitalismo industriale proponeva.
Non tutte le tasse però sono cattive. C’è una tassa buona, ci viene detto, ed è la tassa sui redditi non guadagnati, sul monopolio, sugli immobili, e in qualche modo lì andrebbe spostato il peso fiscale, perché così avremmo anche un minore costo degli immobili e una minore necessità di tassare il lavoro. È chiaro però che i banchieri vogliono che tutte le tasse che vengono pagate al governo siano pagate in realtà a loro sotto forma di interessi, e di questo parlerò più tardi.
Grazie per l’attenzione.

 
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