Economia e Potere

E con l'inflazione come la mettiamo?

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Flezza
view post Posted on 11/1/2012, 23:02     +1   -1




Ricevo e pubblico questa obiezione di un utente FB (Vincenzo):

CITAZIONE
Se è vero che c'è un quantitativo massimo di denaro che può essere stampato oltre il quale non si può andare perché i soldi perderebbero completamente valore, cioè la base monetaria si depaupererebbe, allora il signoraggio (ovvero stampare soldi) è causa di iperinflazione e si dovrebbe impedire che il governo usasse questo mezzo per finanziarsi: altrimenti il sistema salterebbe.
Se i soldi non avessero valore saremmo tutti pieni di nulla... e per contenere l'inflazione si usano politiche fiscali pesanti.
In pratica le tasse servono per impedire che i prezzi salgano all'infinito, altrimenti si finirebbe che la gente non avrebbe più i soldi per comprare nulla.

Questa obiezione si pone evidentemente in contrasto con l'opinione in materia espressa da Paolo Barnard, come possiamo ascoltare ad esempio qui:



Vorrei che su questo si avviasse un serio confronto.
Grazie a chi parteciperà.

Edited by Flezza - 11/1/2012, 23:59
 
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Flezza
view post Posted on 11/1/2012, 23:26     +1   -1




Altra obiezione:

CITAZIONE
C'è chi sostiene che il Giappone ha moneta sovrana: ma è una contraddizione, perché i titoli di stato giapponesi li comprano anche all'estero; e allora il Giappone non si indebita verso altre banche straniere?
Il Giappone ha l'inflazione più alta, vedi il valore dello yen che cresce quasi indefinitamente...
La roba che vendono non ha più valore!

 
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Flezza
view post Posted on 12/1/2012, 00:01     +1   -1




Poi io stesso ho fatto l'avvocato del diavolo:

CITAZIONE
Ora faccio io l'avvocato del diavolo, Lorenzo.
Tu dici: "lo stato entità "singola" spende, dal nulla, facendo un passivo che chiama debito pubblico..(poi gli possiamo cambiare anche nome per quanto mi riguarda..lo possiamo chiamare passivo di stato, o credito pubblico..) questo passivo che crea lo stato per noi altri(collettività) è un beneficio..."

Perfetto, ma ora dimmi: ad ogni passivo non corrisponde un attivo?
Ad ogni debito non corrisponde un credito?
E quindi: questo debito non dev'essere ripagato?
E se sì, a chi?

Ecco una risposta (di Lorenzo):

CITAZIONE
A chi? Dipende... Lo Stato emette dei titoli, chi se li prende ha il credito. Ma il punto da capire è che non è un problema per lo Stato, perché non è che finisce i soldi a un certo punto, come un uomo.
Se lo Stato ha fiat money non finisce i suoi soldi, che crea dal nulla, e quindi anche il debito (che è suo e non della collettività), è un passivo, non è cioè assimilabile al debito privato.

Io però continuo a fare l'avvocato del diavolo e chiedo:

Ma non è che, emettendo questa "fiat money" ad oltranza, senza un limite, si finisce per svalutare completamente la moneta, riducendola praticamente a carta straccia?

Non citerò l'esempio strausato di Weimar, perché lì erano in gioco componenti di varia natura non assimilabili alla situazione attuale, ma insomma, ci siamo capiti.
 
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lorenzoCM
view post Posted on 12/1/2012, 00:07     +1   -1




il punto non è emettere ad oltranza, lo stato spende quello che serve, in relazione alla produzione, in relazione alle politiche di salvaguardia del potere d'acquisto, però è la capacità,la possibilita', la potenzialità che è illimitata e va preservata cosi', illimitata, senza autovincolare la spesa con artificiali limiti di stabilità di stampo monetarista (rapporti debito/pil, deficit/pil, ecc, perchè altrimenti lo stato si elimina quella potenzialità di illimitatezza, comportandosi come un'azienda, ai danni del bene comune, che invece necessita di quella spesa immessa dallo stato ex nihilo nel settore non governativo
 
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Flezza
view post Posted on 12/1/2012, 00:18     +1   -1




A me sembra di avere capito, Lorenzo, e ti ringrazio moltissimo del tuo intervento. :)

Mi piacerebbe che anche chi ha dei dubbi li esprimesse qui: Facebook è una gran cosa per la divulgazione e per tenere i contatti, ma è pessimo per conservare traccia degli interventi: tutto sparisce alla velocità della luce.

Un mio dubbio potrebbe essere questo:

perché ciò che dici si avveri, lo Stato dev'essere degnamente rappresentato, retto da personalità che si mettano effettivamente (e solo) al servizio della collettività.
Non è un'utopia, almeno in Italia?
 
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yuri refolo
view post Posted on 12/1/2012, 08:20     +1   -1




Sull'argomento lorenzoCM ha risposto perfettamente. Il valore è dettato dalle esigenze di mercato ed è tenuto sotto controllo dalle politiche economiche del Paese.

E appunto riguardo le politiche economiche, dato che la tua insinuazione è giusta ("Chi lo fa, in Italia, dove tutti ci facciamo le scarpe l'un l'altro?"), io dico questo.

Se siamo in grado, OGGI, di formare persone, farle ragionare, coltivare sapere e volontà, la strada per la MMT nei prossimi decenni è spianata.

Parlare con il tuo amico consigliere comunale di vent'anni oggi e convincerlo della bontà della MMT equivale ad avere un sindaco "MMT" domani, a un possibile Presidente dopodomani.

Sperare invece in un cambiamento dei politici attuali è impossibile. Sono troppo invischiati, sono tutti tenuti per le palle.

Bisogna puntare sulla formazione dei giovani e dei nuovi leoni (non Renzi... ho detto giovani).

Certo, formare oggi per goderne tra 15 anni non è proprio come non chiudere l'azienda a fine gennaio, ma non c'è altra strada secondo me. Neanche le bombe sono una scorciatoia: una bomba qui oggi, anche se decapita un vertice del potere, fa solo stringere il cappio che abbiamo al collo e peggiorare la situazione. Dopo, altroché formare, si riesce solo a pensare a come arrivare a fine giornata.

L'unica rivoluzione possibile è quella culturale.

 
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lorenzoCM
view post Posted on 12/1/2012, 13:01     +1   -1




Concordo con yuri!, leviamoci dalla testa un utopia di cambiare questa classe politica: è dentro, nei meandri di questa diffusione mmt che deve nascere un movimento politico ampio, che seguendone lo spirito, tracci una proposta politica completa, che guardi al futuro, alle istanze ambientali (l' mmt non è una proposta politica completa, ma una semplice spiegazione sulla capacità e possibilità post-liberista e post-monetarista della moneta moderna)..Tale movimento, se riuscirà ad imporsi, ad imporre un nuovo modello, dovrà rivedere le regole della politica, probabilmente con una revisione costituzionale, dovrà nascere un controllo serrato e trasparente dell attività politica parlamentare, evitare finanziamenti illeciti e collusioni, destrutturare il fenomeno lobbistico..e ovviamente non saremo piu' soggetti a diktat esterni usa o u.e. (che è già tanto, considerando la storia del paese ad oggi)
 
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Flezza
view post Posted on 12/1/2012, 16:38     +1   -1




Sì ragazzi, ok, in linea teorica sono d'accordo...

Ma come si conciliano i tempi da pachiderma di questa rivoluzione culturale con il pochissimo tempo che la rapidissima deriva economica ci lascia?

Qui si tratta di fare qualcosa entro pochi mesi: l'euro ha le settimane contate.
 
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lorenzoCM
view post Posted on 12/1/2012, 22:09     +1   -1




bella domanda fleezer! c'è chi pensa che il processo debba essere necessariamente lento, un operazione di sensibilizzazione, acculturazione, parsimoniosa..anchio considero questo sacrosanto, ma al tempo stesso questo è molto utopico, se si analizza la realtà e le dinamiche reali di informazione e abitudini..Io piuttosto penso e spero nella creazione di un movimento vasto, che però non puo' raccogliere di tutto di piu', deve cioè avere un programma preciso, e agire su una vasta ricerca di consenso dialogando con la gente comune, sui problemi concreti, sulle questioni di interesse.
 
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*altair*
view post Posted on 12/1/2012, 22:33     +1   -1




In merito al discorso dell'inflazione e all'aumento della spesa pubblica c'è da specificare che quest'ultima non dev'essere fatta a caso. Premesso che di inflazione esistono diversi tipi (da costi, da domanda, da profitti ecc) è comunque controllabile con una politica adeguata ai vari casi. Anzitutto la spesa pubblica deve essere volta a creare ricchiezza, quindi incentivare la produzione, l'impiego di personale (che avendo stipendi da spendere può a sua volta acquistare beni e servizi), e far ripartire il tutto (la cosa migliore che uno Stato può fare in una situazione di cirsi economica). In questo modo la spesa pubblica effettuata avrà come riflesso un aumento della produzione (più beni e servizi sul commercio).

Entro nel merito della questione perché ogni caso è a sé (giusto per avere un'idea, detto in due parole, senza postare link su link):

Inflazione da eccesso di moneta (teoria monetarista) = questo tipo di inflazione è causato da un eccesso di emissione di moneta da parte della BC rispetto al volume delle transazioni.

Inflazione da domanda (teoria keynesiana) = si verifica quando la quantità di moneta in circolazione è in eccesso rispetto ai beni prodotti. Questo crea un vuoto inflazionistico che viene colmato da un aumento generalizzato dei prezzi.

Inflazione da costi = questo tipo di inflazione è causato da un aumento dei costi di produzione (materie prime e salari) che si riflettono in un aumento dei prezzi dei prodotti finiti (situazione tipica in monopolio o oligopolio).

Inflazione da profitti = l'aumento dei prezzi sui prodotti finiti è causato dalla volontà degli imprenditori di aumentare il proprio margine di profitto.

Inflazione da squilibri settoriali
= generata dall'aumento dei salari nei settori stazionari (no alta produttività, no tecnologia avanzata) piuttosto che nei settori dinamici. La produttività non aumenta proporzionalmente all'aumento dei salari causando un aumento dei prezzi.

Inflazione da fisco = se lo Stato aumenta imposte indirette (es. imposte sul reddito) le imprese fanno fronte alle maggiori imposte aumentando i prezzi. Nel caso di aumento di imposte dirette (es. IVA) il trasferimento sul prezzo finale è immediato.


Riguardo il discorso sull'attuabilità di una politica in linea con la MMT mi trovo a metà strada tra il pensiero di yuri e quello di Flezza. Da un lato vedo che la strada è ancora lunga, e per una rivoluzione culturale che sia veramente tale ne passerà di acqua sotto i ponti. Dall'altro mi incoraggia vedere il caso dell'Argentina, che in un paio d'anni ha completamente invertito la rotta (ma c'è da dire che non era incatenata in una macchina infernale come la UE, in fondo doveva vedersela solo con gli USA) e nel giro di un decennio il default è diventato un ricordo lontano. A tal proposito sto cercando informazioni sul web ma non ho trovato granché. Non ne parla nessuno a parte Barnard?? :blink:

Edited by *altair* - 12/1/2012, 23:13
 
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Flezza
view post Posted on 12/1/2012, 23:04     +1   -1




Grazie, altair, di queste utilissime precisazioni.

Quanto alla tua domanda: di quante cose parla solo Barnard o parliamo solo noi?
Lasciamo stare i tg di qualsivoglia rete, che non sanno fare altro che incensare con toni da totalitarismo avanzato il governo Monti (segnando un netto peggioramento rispetto alla situazione dell'informazione sotto Berlusconi, decisamente più variegata), ma prendi anche la pseudo-controinformazione, i Santoro, i Travaglio, i Lerner: li hai mai sentiti mettere in tavola il problema centrale, il problema dei problemi, il ritorno alla sovranità monetaria?
Li hai mai visti informare seriamente la gente su cosa effettivamente è il Trattato di Lisbona?

Se non ci fosse la rete, anche noi saremmo totalmente tagliati fuori da qualsiasi fonte di informazione che non sia di regime e marciremmo nell'ignoranza, sommersi dalla retorica.
E forse, a questo punto, sarebbe meglio: almeno non ci agiteremmo a vuoto nella irrealistica speranza che qualcosa cambi, incompresi dai nostri stessi amici e familiari, guardati con fastidio come delle Cassandre.

Edited by Flezza - 12/1/2012, 23:20
 
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